Rieccoci nel Blog di Camelot, dove approfondiamo le tematiche che settimanalmente proponiamo attraverso i nostri vari canali comunicativi. Per dare seguito a quanto abbiamo detto in questo mese, oggi analizzeremo i numeri raccolti in settimana scorsa in chiave più discorsiva, non perché i numeri da soli non bastino, ma per dare un esempio pratrico di quello che significano per la quotidianità emotiva delle persone che cercano lavoro. 

Il valore del feedback

Oltre il 20% dei sondaggiati ha risposto di non aver mai ricevuto un feedback a seguito di colloquii o invii di C.V. Possiamo quindi dire che, specularmente, una grossa percentuale di aziende non fornisce alcun tipo di feedback a chi si candida per una posizione. Questa pratica non ha solo un impatto sulla reputazione del luogo di lavoro, data la maggiore preponderanza attuale della web reputation (la reputazione che un’azienda ha sul web a seguito di recensioni di utenti, discussioni avvenute nei forum o social di lavoro etc..); l’impatto emotivo ricade soprattutto sulle persone singole, che non solo non avranno metriche per migliorarsi o capire cosa hanno omesso/sbagliato, ma spesso e volentieri si troveranno sempre meno motivate a proseguire nella ricerca lavoro, alimentando i climi negativi che ad oggi aleggiano fin troppo in un mondo professionale costellato di difficoltà.

Questa percentuale non è la sola a sollevare preoccupazioni, ma è una delle problematiche che noi di Camelot abbiamo risolto in termini pratici, con le nostre funzionalità di monitoraggio dello status di una determinata richiesta di colloquio avvenuta nel nostro portale. Un altro discorso, forse molto più ampio, va fatto in merito alla percentuale di persone che non conoscono la pratica della ricerca attiva di lavoro. Basandoci sui numeri che abbiamo esaminato in puntata scorsa, abbiamo visto come la stragrande maggioranza (oltre il 90%) di giovani non sappia come attuare questa metodologia. Potrebbe sembrare una questione minore, ma stando anche al calcolo previsionale che abbiamo portato nello scorso articolo, sappiamo come questa mancanza incida su almeno mezzo milione di posti di lavoro che, con la giusta metodologia, verrebbero sopperiti in maniera trasparente, costruttiva ed evoluta. Saper cercare lavoro senza accontentarsi meriterebbe un corso scolastico a sé stante, ma finché le cose non staranno così, è stata  ed è premura di Camelot e SiamoZeta provare a diffondere questa cultura negli istituti; è stata ed è premura di Luca Tripiedi, il nostro C.E.O. e Founder, mettere a disposizione di tutti un manuale pratico e validissimo su come condurre al meglio questo tipo di ricerca. Seguendo la dottrina dell’ “aiutarci ad aiutarvi” siamo riusciti a mettere a terra una piattaforma gratuita (il nostro sito web) che automatizza tutto ciò che è stato descritto nell’ebook. 

 

 Abbiamo deciso di dire basta alle cavolate, a quei luoghi comuni vestiti da dogmi che tutt’ora il mondo del lavoro fatica a lasciarsi alle spalle, ecco il perché del titolo provocatorio del nostro ebook: “Trovare Lavoro? Basta Ca**ate” che ci auguriamo possa far capire ai candidati che sono loro ad avere in mano lo scettro, sono loro a poter migliorare la situazione senza subirla in maniera passiva e finire poi a parlarne con gli amici, altrettanto sconsolati, che inevitabilmente tireranno fuori quelle massime sulle righe di “del resto siamo in Italia”, “che ci vuoi fare? Abbiamo le mani legate”, “siamo indietro rispetto ad altri Paesi, quindi l’ideale è mollare tutto e fuggire via” e simili. 

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In Conclusione

Questi luoghi comuni che tanto addolorano dovrebbero anche e soprattutto accendere quella scintilla di determinazione che abbiamo dentro, farci rimboccare le maniche e farci, infine, capire che siamo i protagonisti della nostra vita, che se nessuno dovesse gettare le basi per un futuro migliore, sta a noi dedicarci e buttarci a capofitto, con il mindset giusto, con le motivazioni giuste. E quali motivazioni sono più giuste di garantirsi un futuro soddisfacente e di assicurarsi che il lavoro fatto male rimanga nel passato, il prima possibile?

Come sempre: Buon lavoro .