Lavori (Quasi) Morti

I “Tosher”

Chi ha detto che per cercare tesori servissero mappe, pappagalli in spalla e scimitarre? Nel passato relativamente recente, v’era una professione molto particolare, per la quale non esiste neanche un equivalente italiano né una traduzione efficace: parliamo dei “Tosher” (trad.appross. “lanciatore”), pionieri dei “lavori sporchi” del periodo conte poraneo, stomaci di ferro che si dedicavano alla tesoreria fognaria, specialmente nell’Inghilterra vittoriana. Il loro compito era semplice: con uno specifico foglio che validava il loro incarico e giustificava la loro presenza nel sistema fognario cittadino, i Tosher dovevano esplorare i vari condotti e ristagni alla ricerca di oggetti di valore economico, storico o scientifico. L’oggetto della loro ricerca includeva monete, gioielli, specie animali particolarmente pericolose, resti umani, grandi oggetti potenzialmente bloccanti per il ricircolo del’acqua fognaria. 

Una difficile convivenza

I Tosher inizialmente avevano il semplice incarico di esplorazione e recupero di beni o pericoli. La mansione nasce e si sviluppa tra la fine del periodo Georgiano e la fine dell’epoca Vittoriana (1780-1900 circa) e nel corso della sua brevissima storia è passato da quanto abbiamo raccontato finora a un vero e proprio incarico ufficiale di “pattuglia del sottosuolo” : agli albori, i tosher erano semplicemente più coraggiosi e resilienti delle persone comuni, mentre in seguito dovettero apprendere le leggi di base sulla permanenza fognaria, acquisire qualche skill di difesa personale e di “ingegneria improvvisata”, in quanto il loro incarico mutò significativamente; la permanenza nelle fogne cittadine venne regolamentata, iniziando a richiedere specifici permessi da parte delle autorità competenti, così da scoraggiare due fenomeni: il “toshing incontrollato” ed il formarsi di veri e propri quartier generali della malavita (spesso, di ladri vagabondi che non avevano altri posti al coperto in cui rifugiarsi) . Ecco che i Toshers diventavano man mano una vera e propria congrega di indiana jones sotterranei, pronti a fronteggiare un branco di ratti ferali o un manipolo di ladruncoli, pronti a difendersi dalle minacce alla salute e a riemergere dal sottosuolo carichi di reperti e tesori dimenticati. Tra i ritrovamenti più famosi dei Toshers britannici ricordiamo una corona spaccata che non si riuscì ad attribuire a nessun re o regina; seppur autentica. Le ossa erano all’ordine del giorno, ma i teschi ripieni di monete un po’ meno. Nelle cronache di Henry Mayhew, celebre divulgatore e scrittore pre-Dickensiano, si racconta di un tosher che riemerse sulle sponde del Tamigi, a pochi metri da Mayhew, con sotto il braccio a mo’ di pallone un teschio umano che di tanto in tanto “rigettava scellini”. 

Henry Mayhew è, insieme a Daniel Defoe e Charles Dickens, una delle principali fonti autorevoli che testimoniavano e raccontavano della “vita di strada” britannica, in tempi in cui tutti gli occhi del mondo erano puntati sugli aristocratici.

A sinistra: La più famosa raffigurazione di un Tosher vittoriano

Sopra: Henry Mayhew, grazie al quale siamo in grado di sapere così tanto della vita dei “commoners” londinesi

“A Natural Ending”

La mansione volse alla sua naturale conclusione alla fine dell periodo Vittoriano, con la resa illegale di ogni avventura fognaria da parte di persone esterne alle forze di polizia, e i tosher divennero sempre più associati (e di conseguenza, sempre più simili) a coloro che prima cacciavano e braccavano, costretti a contendersi dapprima i piccoli spazi ancora viabili delle fogne, finirono per eliminarsi a vicenda finché quei pochi “ninja occidentali dell’underground” acquisirono il monopolio criminale delle fogne.