Ricordando i tempi della scuola dell’obbligo, molti di noi troveranno terreni comuni: i collaboratori scolastici con cui si stringeva un rapporto di complicità, oppure il bagno di quel piano che puntualmente non funzionava, o ancora un modo di dire particolare da parte di qualche insegnante; un ricordo che sicuramente moltissimi di noi possono condividere è sicuramente l’esercizio di resilienza costituito dal trattenersi perché non ci era concesso di andare in bagno fuori dalla ricreazione. Ecco, se questa pratica viene reputata ingiusta in riferimento a studenti e allievi, dovrebbe sorgere la naturale risposta della libertà di utilizzo dei servizi almeno in età adulta. Così non è stato per la responsabile di un supermercato della catena MaxiDì, situato in provincia di Torino, che ha fatto il giro del web per un messaggio quantomeno assurdo che ha inviato sulla chat di lavoro in merito all’uso dei sanitari. Dettagli a seguire.

 

“Avete rotto, fatevela addosso”

In sintesi il messaggio era questo. A seguito di quella che la responsabile ha definito una “situazione insostenibile”, ha deciso di “revocare il permesso bagno” allo staff in quanto “fate turni di quattro ore, c’è un continuo apri e chiudi della porta del bagno, piuttosto fatevela addosso, avete rotto.”

La vicenda inoltre risulta essere solo il culmine di una serie di atteggiamenti antietici tenuti dalla responsabile in questione. Il messaggio (poco equivocabile in quanto vocale e non testuale) è stato inoltrato al sindacato Uiltics Ivrea, che finora si è occupata di contattare la direzione generale, per otto volte in merito ai comportamenti della stessa persona, senza mai ricevere risposta. “Quest’ultima segnalazione indica che la misura è colma” dichiara Uiltics, motivando i presidi che molti dipendenti hanno messo a punto dinanzi alle porte dell’esercizio commerciale.

Stando alle dichiarazioni della catena titolare di quell’MD, la situazione sarebbe stata affrontata in maniera pressoché tempestiva, senza perdite di tempo, con il provvedimento (consistente in una sospensione disciplinare) che sarebbe stato preso in maniera celere. Inoltre, una comunicazione emanata dall’azienda informa di un incontro sostenuto con la direttrice in questione, che attribuisce il suo attegiamento ad “un momento di nervosismo”. 

La vicenda è poco chiara in quanto una serie di segnalazioni riferite alla stessa persona trascenderebbero l’umore momentaneo, sopratutto considerando che queste comunicazioni risalgono al 7 Giugno di quest’anno. Un intervento tempestivo non avrebbe comportato sei ulteriori segnalazioni, almeno in teoria.

 

In Conclusione

Il caso è purtroppo indice di una situazione ai limiti del caporalismo che viene sempre più rimarcato in a,mbienti di lavoro che rifiutano di iniziare a farlo come si deve. Il problema è di portata ancor maggiore se si considera che ci sono realtà di spessore, come appunto la MaxiDì, che ancora impiegano persone al comando senza effettivamente sincerarsi della loro capcaità di leadership.

Come sempre: Buon lavoro .