Con l’articolo di oggi, vi “sveliamo un segreto”: i consigli sui curriculum vitae che si trovano in giro spesso lasciano a desiderare. Molti di loro non riescono a catturare appieno le competenze e le capacità di un lavoratore. È ora di fare la differenza e presentare chi siamo davvero. Il C.V. non dovrebbe essere solo un elenco marketizzato di esperienze, ma un riflesso autentico di ciò che si può e si vuole fare nel proprio lavoro. Andiamo a sondare alcuni articoli che perorano erroneamente questo ideale anti-genuino ed orientato al presentare all’azienda una versione decorata ad arte di ciò che possiamo fare per loro.

Perché non funziona così

Compilare Curriculum Vitae che sembrano più pubblicità di sé stesso che una vera testimonianza della propria carriera. E se il tuo perfetto CV venisse comunque invalidato da un colloquio conoscitivo? Sappiamo quanto sia frustrante! Ecco perché noi crediamo nella trasparenza e nell’autenticità.Bisognerebbe smettere di promuovere una cultura che esige sempre una versione ideale di noi stessi, e di iniziare a dare un resoconto onesto delle nostre esperienze, delle nostre competenze e dei nostri desideri. Il vero valore di una persona non può essere espresso in un semplice “sommario”.  Bisogna saper ascoltare, porre domande significative e cercare di cogliere i segni di autenticità che possono indicare una connessione speciale tra il candidato e l’azienda. Sarebbe quindi opportuno mettere via il “C.V. perfetto” e l’articolo su come redigerne uno, in quanto si alimenta una cultura dogmatica che beneficia chi è più ligio alle regole ma non chi è più capace a volgere quella mansione, o magari chi vi è più portato o desideroso.

Il lavoro del futuro si discosterà dagli assolutismi e dai regolamenti che attualmente sembrano dettare le regole. Non sarà più vincolato a piccolezze come un foglio di carta o un tipo di sguardo. Per raggiungere un lavoro soddisfacente per tutti, bisognerà puntare sul fattore umano e sulle soft skills, abbandonando i mezzucci e i trucchetti per uniformarsi alla realtà lavorativa. Sarà fondamentale creare delle connessioni. Candidati che vogliono svolgere quel lavoro ed aziende che vogliono i candidati che hanno voglia. Invece di promuovere una cultura che esige un’immagine ideale di sé stessi, si avvicina man mano il periodo in cui la norma sarà di dare un resoconto onesto delle esperienze, competenze e desideri, mettendo da parte le maschere e abbracciando l’autenticità.

In Conclusione

Il lavoro, la ricerca e l’offerta di esso dovrebbero nascere dalla voglia di intraprendere un percorso, non dalla necessità. Avviciniamoci agli articoli dei “guru del lavoro” con lo stesso entusiasmo con cui sfogliamo i depliant consegnati nelle cassette postali da esponenti di religioni di nicchia. È importante valorizzare la nostra autenticità e presentarci per quello che siamo veramente, senza maschere o presentazioni artefatte. Creiamo connessioni, ascoltiamo, facciamo domande che contano e troviamo un punto di incontro tra candidato e azienda. Questo è ciò che ci auguriamo per il futuro del lavoro e per il lavoro del futuro

Come sempre: buon lavoro.