Si parla spesso (fin troppo) di come la Gen Z “sia composta da” sfaticati, inetti, passivi e disattenti, che porterebbero al lavoro questi difetti in maniera pressoché esclusiva. Abbiamo fortunatamente scardinato questa mera presunzione in precedenza, ma, visto che per molti datori di lavoro questa idea sembra ancora radicata nelle convinzioni, oggi facciamo di più: portiamo alcuni esempi di persone di ogni età, genere ed estrazione sociale, che ammette (o dichiara orgogliosamente) quanto il dolce far niente gli competa. Allacciate le cinture, si parte per il viaggio più pigro che ci si può prospettare nel mondo del lavoro.
Sussidi e supporti mal-direzionati
Facendo un giro neanche tanto approfondito tra social, interviste e sondaggi online, possiamo apprendere che molte persone si trovano a percepire cifre da capogiro senza fare letteralmente niente. Tranquilli, fuffa-guru, stavolta non si parla di voi; facciamo riferimento a persone come itsmebadmom (user britannica di TikTok) che ha di recente pubblicato un video in cui mostra le ricevute dei suoi sussidi di disoccupazione: circa 1170£ a settimana, pari a quasi 1400€. “Non lavorerò mai un giorno della mia vita! Se l’alternativa è questa, perché disturbarsi?” fa notare. Non è un caso isolato tra l’altro: un user statunitense dal nome “spamzerssss” ha pubblicato un video tacito ma eloquente in cui balla con un gruppo di amici, con la caption: “Quando il sussidio di disoccupazione raddoppia i soldi“.
Perché proprio questi due esempi? Perché si, spamzerssss è un membro della Gen Z, i “pigroni per antonomasia”, mentre l’user britannica è una donna la cui età colloca più verso le generazioni che bacchettano i giovani che non vogliono lavorare.
“Si, ma gli esempi che hai portato sono solo due su tantissimi, e sono entrambi riferiti a persone che non vivono in Italia. Qui le cose saranno diverse.“
Chiediamolo all’user di TikTok Carmine La Rocca, che dopo la pubblicazione di un video satirico su come il r.d.c. permetta a molti di vivere da pascià con il minimo sforzo, è stato attaccato da consiglieri comunali, utenti e personalità di ogni sorta (come ci si aspettava), ma non sono stati uno né un paio gli utenti che hanno “confessato” di condividere appieno lo stile di vita che Carmine decantava in maniera satirica. Parliamo di diverse centinaia di persone sotto i commenti di un unico video social condiviso da un lavoratore come noi che si sentiva di fare un commento di spirito sulla questione. Immaginate quante persone più lungimiranti ( o senza TikTok) dei commentatori del video condivideranno le stesse parole ed opere.


Non solo la Gen Z, non solo la Gen X né solo i Boomers o i Millenials: il senso di inettitudine è il risultato di una realtà lavorativo-sociale insoddisfacente o ingiusta.
La pigrizia non va fomentata come nei casi che abbiamo riportato, e assicurarsi che non accada non è impossibile.
In Conclusione
Parliamoci chiaro: possiamo accusare i “fortunati” di disonestà sociale ed intellettuale, ma non possiamo biasimare esclusivamente su di loro lo svolgimento di un sistema che fa acqua da tutte le parti e in tutto il mondo o quasi.
La causa da ricercare non è solo come migliorare la burocrazia intorno al sistema di sussidio, quanto piuttosto concentrare i nostri sforzi per far sì che nessuno senta di preferire una situazione simile al fare il lavoro dei propri sogni, e una volta ottenuto ciò, bisognerà poi assicurarsi che tutti possano avere accesso a quest’ultimo.
L’idea di Camelot è semplice e ne parliamo dal primo giorno; ecco perché è importante che ogni voce isolata si unisca al nostro coro: diventare un’unica voce risonante che non può essere silenziata né ignorata.
come sempre: buon lavoro.