Da qualche settimana a questa parte, stanno spuntando come funghi decine e decine di articoli e contenuti condivisi via social, tutti orientati verso questa affermazione (che in Camelot ripetiamo e cerchiamo di concretizzare da tempo immemore) : formarsi e trovare libera espressività dei propri talenti è la chiave per un buon lavoro, non solo in termini di qualità dello stesso, ma racchiudendo tutte componenti di una realtà lavorativa che funziona (azienda in evoluzione, collaboratori soddisfatti, imprenditore soddisfatto). Alcune di queste voci hanno rimbalzato in questo blog, vengono menzionate e ripubblicate in diversi contenuti che abbiamo rilasciato. Una domanda però rimane: “tutto bellissimo, ma che vuol dire?“. In questo articolo, forniremo la nostra versione di risposta a questo quesito.
Pensiero in Crescita
Facendo un lavoro di source-tracking (lo scorrimento cronologico e contenutistico di pubblicazioni attinenti ad un determinato argomento, fino a raggiungere la fonte), non sembrano esserci fonti specifiche che hanno iniziato il “movimento welfare”; tutto sembra iniziato a seguito della celebrazione da parte di alcuni imprenditori e statisti, in riferimento alla esponenziale crescita dell’occupazione che, a distanza di pochissimo, si è rivelata figlia di un calcolo parziale e non comprensivo dell’enorme processo di regolarizzazione dei contratti avvenuto lo scorso anno.
Essendo tra i primi ad aver segnalato il paradosso ( articolo di riferimento qui ) e ad aver affrontato la questione nel nostro podcast, ci piace pensare di aver contribuito alla diffusione del messaggio in maniera significativa, e siamo fieri di aver indotto, direttamente o indirettamente, una grossa porzione di popolazione a riflettere sulla veridicità dei dati, che vanno assolutamente presi in considerazione, ma è altrettanto importante attestarne la validità ( sia che lo si faccia attraverso ricerche più approfondite, o attraverso un confronto con altri dati ufficiali).

Potete consultare la nostra pagina web Camelot Quest per scoprire di più sulla nostra vision e su ciò che vogliamo realizzare.
In Conclusione
La libera diffusione dei dati, delle statistiche e dell’informazione son concetti oggettivamente fondamentali che fortunatamente possiamo ancora vantare nel nostro Bel Paese, ed è nel rispetto e nel valore di questi concetti che dobbiamo a noi stessi la verità, l’evoluzione e la risoluzione. Sapere è potere, e sta pian piano arrivando il momento in cui la realtà lavorativa italiana se ne rende conto; ciò che conta più di tutto è non fermarsi, non al primo segnale di avversità, non al primo segnale di progresso, e nemmeno una volta che la formazione continua ed il benessere professionale diverranno prassi: il lavoro è una macro-area delle nostre vite, ma non è la nostra vita. L’impatto sociale va ricercato in tutti gli aspetti che rendono la nostra società civile.
Non vediamo l’ora di scoprire come e quanto migliorerà la situazione individuale e collettiva dei lavoratori italiani non appena inizieranno ad urlare a gran voce insieme a noi, ‘che il lavoro e il benessere devono essere facce della stessa medaglia.
Mi raccomando, condividete l’articolo con chi ancora non è al passo 😉
come sempre: buon lavoro.