Francesco Silvestri, laureando e rider piemontese, ha condiviso il suo sfogo con un noto quotidiano italiano: Il mondo del lavoro è in una situazione critica e va fatto qualcosa. La decisione di condividere questi pensieri con il mezzo di comunicazione è stata presa a seguito di una realizzazione di Francesco: come lui ce ne sono tanti, giovani studiosi e non che provano ad approcciare ad una realtà economica molto problematica e gravata dalla crisi, che rende la ricerca di lavoro e (talvolta il lavoro stesso) un trauma.
A seguire, lo sfogo di Francesco Silvestri nel dettaglio.
Una “Storia collettiva”
Il ragazzo ha segnalato situazioni che a suo dire sono ai limiti dell’etica: oggi 25enne, da quando aveva 18 anni ha cercato diverse mansioni per garantirsi una paga che gli permettesse di mantenere la sua vita universitaria, ed ha approcciato (seppur sempre brevemente) una serie di mansioni che spaziavano tra tutti gli ambiti del servizio in ristorazione (aiuto cuoco, cameriere, lavapiatti etc.) alle consegne di cibo, che effettua tutt’ora ma non senza problemi corposi.
“Ho lavorato in un pub nel quale venivo pagato 30 euro per dodici ore di lavoro. Ho fatto il lavapiatti, aiuto cuoco, spesso in nero. Non ho mai visto un ispettore, venivo pagato 2,3,4 euro l’ora.”
Una situazione drammatica sotto moltissimi punti di vista: primo tra tutti (oltre all’apparente indifferenza da parte di chi può far qualcosa a riguardo) il fatto che la storia di Francesco sia solo una voce in un coro che, all’unisono, canta la stessa triste canzone.


In Conclusione
Il nostro obiettivo in quanto Camelot è quello di unirci a questo coro e magari, riuscire insieme a cambiare la musica. Siamo qui per i candidati come Francesco e come te, che cerchiamo di aggiornare il più possibile su quanto accade in questa folle giostra che è la realtà lavorativa italiana. Siamo qui per cambiare le cose e per farlo davvero, ecco perché facciamo le cose nel modo in cui le facciamo, ecco perché partiamo e partiremo sempre dal candidato col solo scopo di veicolare la sua ricerca del proprio posto nel mondo.
Auguriamo a Francesco una liberatoria laurea che gli permetterà di inseguire ciò che davvero vuol fare, e se per farlo desiderasse il nostro aiuto, siamo qui apposta.
come sempre: buon lavoro.