Per coloro che seguono il nostro Blog da più tempo, un articolo che elogia la decisione di inseguire i propri sogni da parte di un lavoratore sarà quasi ridondante, ma per noi di Camelot, ogni storia di questa natura va elogiata, rispettata e condivisa.

Quest’oggi parliamo di Marco Bosia, ex- direttore aziendale 57 enne che, colto da un grande dubbio esistenziale, si è trovato a rinunciare a prestigio sociale e benestare economico in nome di ciò che conta più di ogni cosa: il benessere psicofisico.

La Storia 

Bosia lavorava come dirigente aziendale per una ditta d’arredamento, aveva sotto la sua responsabilità diversi esercizi commerciali in franchising e si occupava in generale della “manutenzione” burocratica, client-oriented ed innovation-oriented management. Non è un segreto che mansioni con alti livelli di responsabilità potrebbero non essere alla portata di tutti, considerate soprattutto le responsabilità e dedizione richieste; Marco aveva la mansione alla sua portata (difatti l’ha mantenuta e svolta molto bene per decenni) ma, in cuor suo, sentiva di essere prossimo al burnout: se avesse mantenuto quello stile di vita ancora per un po’, sarebbe “esploso”, rischiando un’infelicità perenne. 

Poi venne la svolta: a 57 anni, Bosia decide di abbandonare la sua vecchia vita, molla tutto tranne amici e famiglia, e si lancia in un’avventura lavorativa che lo ha intrigato praticamente da sempre.

Oggi Marco Bosia, è un fattore, titolare della sua Fattoria Primaluce, felice persona completamente reinventatasi.

 

Da dirigente a fattore: il sorriso di Bosia è un promemoria perenne dell’importanza dell’inseguire i propri sogni, anche se non sembra la scelta più saggia, anche se qualcun altro dovesse suggerire il contrario.

In Conclusione

Il passaggio che intercorre tra:

Ricevevo almeno 200 e-mail al giorno ed ero continuamente bombardato da messaggi. Non potevo più lavorare in quelle condizioni, ero stanco, mi stavo ammalando sempre più gravemente, soffrivo di esaurimento nervoso.” 

A :

Alla fine, ho deciso di cambiare completamente vita; volevo staccare da quella routine che mi stava logorando, quindi ho colto la palla al balzo acquistando una cascina vicino a quella della Madonna del Bosco, e in due anni l’ho ristrutturata. 

Ha comportato dubbi, sacrifici, paura e perché no, speranza. Speranza che viene ora condivisa con tutti coloro che non hanno ancora deciso se compiere quel passo fatidico, se lasciare quell’azienda o se presentare quel progetto. 

Vi lascio con un’ultima dichiarazione di Bosia, che dimostra da sé il valore che c’è dietro la ricerca della felicità: un valore che spinge ciascuno di noi a trovarla e condividerla.

 

“Ho una regola ferrea, lascio gli animali in pace, devono vivere secondo la loro natura, io non intervengo mai se non per dare del cibo e costruire qualche riparo. Non svezzo i vitellini, non obbligo le galline a deporre le uova in un determinato luogo. Tutti convivono in armonia nonostante siano di specie completamente diverse. Noi esseri umani invece spesso facciamo differenze sulla base dell’etnia, ed è molto triste se ci riflettiamo per un attimo. Spesso mi vengono a trovare dei bambini e quando mostro loro come vivono gli animali nella natura, mi guardano sempre con un sorriso e un’espressione di stupore che mi riempie il cuore. Ogni giorno metto in vendita miele e uova, posti sopra un piccolo carretto: chi passa può prendere ciò che vuole e fare un’offerta mettendo i soldi nella cassetta, che è sotto la strettissima supervisione delle mie fidate galline! Il prossimo step? Sto pensando a un bel progetto: l’ “Apiterapia”: un insieme di trattamenti mirati al recupero del benessere con i prodotti raccolti, trasformati e secreti dalle api. Dove è già presente so che ha ottenuto eccellenti risultati“.

 

come sempre: buon lavoro.