In un’epoca in cui ogni pensiero, ogni attimo viene catturato volontariamente e pubblicato sui social (sotto forma di post, stories, note, condivisioni etc..) capita che alcuni di essi generino situazioni divisive. Accade anche per post che riguardano il mondo del lavoro: negli ultimi giorni, all’interno di un gruppo di ricerca professionale su Facebook, un annuncio di ricerca personale sta facendo discutere. Un locale in provincia di Bari richiede una persona per lavorare il Sabato e la Domenica, a partire dalle ore 20, con un compenso di €300 mensili, rivolto anche a candidati senza alcuna esperienza lavorativa. Le reazioni non hanno tardato ad arrivare.
Le Reazioni
L’annuncio ha creato fazioni fin da subito: c’è chi ha espresso indignazione e stupore per il compenso proposto dal locale, considerando sia gli orari di lavoro che le giornate in cui sarebbe richiesta la presenza. Lavorare nel week-end presuppone una paga aumentata rispetto alla paga oraria standard, e il turno di notte prevede altrettanto(il candidato avrebbe guadagnato all’incirca €30 per turno); la città di Bari inoltre è statisticamente carente di offerte di lavoro rispetto alla domanda, piuttosto che un giovane senza esperienza che vuole “farsi le ossa” con il primo lavoretto, il posto potrebbe essere preso da persone con esperienza alle spalle che hanno urgente bisogno di lavoro.
C’è però chi difende la titolare del locale, sostenendo che appunto, una figura giovane e alle prime armi potrebbe beneficiare di una tale esperienza sotto diversi aspetti: si tratterebbe di 10 giorni lavorativi nei mesi con 5 fine settimana ed 8 giorni nei mesi ordinari, e considerare la mansione come una soluzione provvisoria garantirebbe a chi non ha esperienza qualche possibilità in più nel futuro.


I gruppi di lavoro sui social sono spesso utilissimi nella diffusione di offerte e richieste di lavoro, ma essendo destinati a vaste porzioni di popolazione, dividono: vengono considerati da molti come situazioni temporanee, piccoli modi per arrotondare; per altri invece rappresentano una vera e propria necessità che li costringe ad accettare o considerare mansioni che non vorrebbero.
In Conclusione
Questo annuncio di lavoro ha persino attirato l’attenzione di figure politiche come Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra che, venuta a conoscenza del post, lo ha ricondiviso sui propri canali social, definendo il compenso proposto dal locale barese come “sfruttamento“. Noi di Camelot pensiamo che un candidato debba sempre scegliere le offerte di lavoro e le aziende in base alle proprie inclinazioni e al proprio desiderio, non alla semplice necessità. Sappiamo che qualcuno potrebbe trovare il rapporto tra giorni di lavoro e compenso proposti adeguato, sappiamo altrettanto bene che il compenso proposto in quell’annuncio non è oggettivamente sufficiente ad un candidato che abbia delle spese e delle necessità specifiche.
E voi? Cosa ne pensate? Sarebbe giusto accettare quella mansione per quel compenso? Se si, in quali contesti o circostanze?
Come sempre: buon lavoro.