A molte persone è capitato di perdere un lavoro, di solito a causa di mancanze personali, di probelmi di budget che portano ditte e associazioni lavorative a chiudere i battenti di alcuni settori o dell’inserimento di nuovo personale. Mentre sfortunatamente non ci è possibile sapere se, come e quando si verificherà questa interruzione del rapporto di lavoro, in diversi casi è possibile mitigare il malcontento con una liquidazione o conm un indirizzamento verso una nuova mansione da parte dei datori di lavoro precedenti. Non è stato il caso di Brittany Pietsch, 27 ex-impiegata presso la famosa azienda americana Cloudflare(provider di contenuti e DNS web) , che ha ricevuto una chiamata che avrebbe dovuto comunicarle del suo licenziamento, che seguiva a diverse chiamate della stessa tipologia avvenute nelle ore precedenti con molti dei suoi colleghi, tra cui una cara amica che nel raccontarle della vicenda si è detta molto avvilita perché né lei né il resto dei colleghi contattai avevano ricevuto spiegazioni in merito. Brittany ha così deciso di registrare la propria conversazione a titolo dimostrativo.
La Vicenda
Britney aveva lavorato con Cloudflare per soli tre mesi (interrotti dalle vacanze del periodo natalizio) e, a detta del manager del suo team, stava svolgendo un ottimo lavoro nella sua posizione (che non viene specificata dalla protagonista della vicenda). Dichiarazioni che hanno reso questa serie di chiamate ancor più inaspettate. Pronta o no, Britney riceve la chiamata, quindi prepara il suo cellulare, risponde ai due addetti alle Risorse Umane che si stanno occupando di effettuare questi colloqui telefonici (che non aveva mai visto in azienda prima, a suo dire) e, con palpabile irrequietezza, inizia ad ascoltare e si appresta a fare le domande giuste.
Nel video integrale postato su TikTok dalla stessa Britney Pietsch, della durata di 9 minuti e 11 secondi, possiamo assistere ad una conversazione orientata verso una totale assenza di spiegazioni vere e proprie, con affermazioni quali “non possiamo fornire spiegazioni nel corso di questa telefonata” e ” la decisione non è venuta da noi e non abbiamo informazioni in merito”, che spingono la ragazza a citare le parole di incoraggiamento ricevute dal suo manager, a puntualizzare l’impossibilità di un’analisi di rendimento fatta in tre mesi interrotti ad una nuova impiegata e a ricordare quanto questo rapporto lavorativo fosse fortemente desiderato da entrambe le parti fino a poco tempo prima.
Dall’altro capo della call giungono nient’altro che reinterpretazioni degli stessi due concetti nominati poc’anzi. Triste, sconfitta e frustrata, Britney decide di sospendere la registrazione mentre le vengono chiesti i dati personali per mandare la comunicazione ufficiale di terminato rapporto lavorativo.


Il video integrale caricato su TikTok da Britney è reperibile qui. Il video è in lingua inglese e mostra l’intero andamento della conversazione descritta.
In Conclusione
Sfortunatamente, le leggi a tutela dei lavoratori e dei loro diritti non sono le stesse ovunque, cosa che mette in discussione l’inalienabilità stessa di questi diritti, che potrebbero venire considerati privilegi in altri luoghi. Storie come quelle di mrs.Pietsch dimostrano l’importanza del nostro messaggio che deve diffondersi a macchia d’olio e senza confini; è oggettivamente vergognoso permettere legalmente una cessazione così impetuosa e immotivata di un rapporto di lavoro, ed è ancora meno nobile pensare al fatto che non si tratti di un primo caso, tantomento di un primo caso isolato: situazioni di questo tipo sono avvenute ovunque e, tristemente, continuano a trovare compimento in alcuni luoghi.
Ogni lavoratore dovrebbe godere del dirittoalla sicurezza lavorativa, non solo in termini di salute fisica, ma anche nella sicurezza che qualora il proprio posto di lavoro fosse in discussione, l’impiegato stesso sia tra le prime persone a venirne a conoscenza, così da poter commisurare delle soluzioni, indipendentemente che queste siano atte a migliorare la propria situazione attuale con l’azienda erogatrice del contratto, o ad organizzare una situazione che permetta allo stesso di non trovarsi a rischio economico completo.
Questa è solo la punta dell’iceberg. Con Camelot e soprattutto IN Camelot, situazioni affini a questa amara vicenda non si verificheranno mai. La nostra Quest è fare gli interessi dei candidati tutelando quelli delle aziende, per un mondo del lavoro privo di atti opinabili, di rischi notevoli, di condizioni inappropriate e di senso di abbandono personale o aziendale.
Come sempre: buon lavoro.