[Da Progresso/IA/Ethical Research(3/3)]

Per chiudere il cerchio di pubblicazioni in merito alle controversie sollevate dal progresso nel campo della tecnologia I.A., oggi volevo riprendere uno studio analitico condotto dalla Machine Engineer Katja Grace del Machine Learning Institute di Berkeley,(CA), e da suoi pari quali Owain Evans, Baobao Zhang e John Salvatier, in cui si fa riferimento alla metà del ventunesimo secolo come periodo ultimo in cui gli esseri umani saranno ancora sensibilmente più avanti rispetto alle creazioni di e con l’Intelligenza Artificiale.

Lo studio

A guidare la lunga lista di riflessioni della ricerca c’è il concetto cardine dell’evoluzione delle I.A., che viene considerata troppo avanzata ed esponenziale: nell’intervistare poco meno di 2800 scienziati, ingegneri I.A., professori e teorici di materia e membri dell’esecutivo di alcune aziende legate a questo mondo, gli autori dello studio evidenziano come nessuno abbia escluso la possibilità che le Intelligenze Artificiali possano superare gli esseri umani in molti aspetti, mentre una percentuale minore (circa il 5%) degli intervistati sembra prendere posizioni ancor più disfattiste: parlano infatti di un controllo pressoché totale delle attività tecnologiche da parte delle Intelligenze Artificiali Generative ( provviste di una marcia in più rispetto alle “classiche” I.A. in quanto capaci di apprendere da campi aperti anziché dover necessariamente seguire i prompt(comandi) assegnati loro.

Non è saggio sottovalutare le parole dei massimi esperti nel campo, specialmente quando uniscono quasi ognuno di loro in un remoto timore comune. Al contempo, ovviamente, non è saggio cercare di sensazionalizzare un rischio che risulta concreto, solo per l’indisposizione personale alla ricerca nel campo, seppur minima. Va quindi considerato che: è vero, l’Intelligenza Artificiale rappresenta un nuovo livello di potenziale finora mai espresso dalle menti umane, ed è altrettanto vero che ha la possibilità insita di distruggere il mondo come lo conosciamo oggi, essendo sempre più presente in Internet, lo strumento più utilizzato da tutti ormai. Vuol dire che dobbiamo prepararci alle versioni più inquietanti della società ritratte dal grande Asimov nei suoi racconti di fantascienza? Ovviamente no, ecco perché.

 

In Conclusione

L’impiego di queste tecnologie così potenti è visto con grande ammirazione e speranza da addetti ai lavori e non, mentre viene visto con paura e diffidenza dalla stessa sorta di persone. Indubbiamente esistono al mondo delle figure che trarrebbero vantaggi dal “risveglio delle macchine“, ma l’idea e lo scopo comuni sono ben distanti da qualunque ipotetico futuro distopico. Machine Engineers e scienziati tech sanno benissimo con cosa stanno lavorando e sanno bene quale direzione prendere e quale non prendere assolutamente. Il senso di inquietudine genrale che si sta diffondendo è sintomo di un “sano” timore per le azioni altrui, ma è importante comprendere che questo campo sta venendo regolamentato e aggiornato anche nel mentre batto queste frasi di chiusura. Mantenendo anche solo parte del pensiero razionale ancorato alla realtà, possiamo “rasserenarci” sapendo che nessuna persona sana di mente o con a cuore il progresso umano e tecnologico, potrà mai adoperarsi con dedizione alla creazione di un “Terminator”, sia perché l’I.A. è potente ma non così tanto, sia perché i piani per il suo sviluppo sono incentrati su uno scopo di comune aiuto della razza umana. I dott.ri coinvolti nello studio menzionato hanno giustamente esposto la concretezza dei rischi del caso proprio per mettere in guardia e al corrente del fatto che non stiamo più avendo a che fare con materie astratte, ma con campi di ricerca reali e potenzialmente pericolosissimi che non vanno mai approcciati sottogamba.  

Troverete in link all’articolo originale pubblicato dalla Dott.ssa Grace e Colleghi cliccando qui (articolo in inglese)