Uno dei settori in cui la carenza di personale non dovrebbe mai verificarsi è proprio quello in cui questo rischio è tra i più alti: parliamo della professione medica, in tutte le sue branche e sfumature. In Italia ad oggi sono circa 200 i posti vacanti segnalati da Usl Umbria 1. Una situazione delicata che richiede soluzioni ardite e talvolta poco ortodosse, come quelle che si stanno prendendo ultimamente, ad esempio si stanno richiamando medici in pensione o specializzandi che ancora non hanno terminato il percorso accademico per colmare alcuni di questi posti non assegnati.

Le Possibili Motivazioni

La pandemia dalla quale siamo di recente usciti è stata una durissima prova per il personale medico in ogni zona del globo, ma in Italia, già penalizzata da questa carenza di personale, le cose sono state forse un filino più stressanti: mentre nel resto del mondo ci si era abituati a quelle forti immagini di infermieri, personale assistenziale, medici e chirurghi marchiati dall’uso estensivo dei dispositivi di protezione (mascherine, pannelli schermanti, uniformi anti-contagio ecc.), in Italia la situazione è stata identica, ma con molte meno possibilità di “turnover”. Molte testimonianze di addetti ai lavori parlano di turni che duravano giorni interi senza possibilità di tornare a casa, cambiarsi d’uniforme o riposare in maniera appropriata. Nonostante il Giuramento di Ippocrate presuma una forte passione per l’aiuto e la cura del prossimo, vivere un anno e più nelle condizioni sopra elencate ha sicuramente fatto sorgere molte perplessità e dubbi.

Non c’è una risposta ufficiale né una causa univocamente riconosciuta, sembra solamente che il personale medico italiano sia in una fase critica. La soluzione proposta dal governo aiuterà indubbiamente a diminuire il carico emotivo e lavorativo dei medici già presenti, ma presenta falle palesi in termini di durata nel tempo e contrattuali( si parla di inserire, a tempo determinato, sia gli ex-medici pensionati, che gli specializzandi nuovi al mondo medico-lavorativo) ma sono già in corso delle previsioni che riguardano il momento immediatamente successivo a questa fase di inserimento e reinserimento, che dovrebbe terminare entro la fine del 2024.

 

In Conclusione

L’emergenza sanitaria ha fatto ai medici ciò che la crisi ha fatto alle piccole imprese: ne ha spremuto l’essenza e ne ha messo alla prova il carattere fino all’estremo. In molti hanno avuto ripensamenti, altrettanti si sono sentiti all’altezza. la situazione gravosa è risolta, ma a che prezzo? Abbiamo sottolineato la passione per la vita umana che serve anche solo per iniziare una carriera nel campo della medicina, ma nel nostro desiderio di una realtà lavorativa soddisfacente, trasparente e giusta per ogni candidato e lavoratore, affermiamo che è anche a causa della gestione poco lungimirante dell’occupazione in Italia e in generale che si verificano situazioni allarmanti e potenzialmente catastrofiche come questa. Il lavoro deve in ogni caso essere conforme al benessere a tutto tondo dell’individuo

Come sempre: buon lavoro .