Ebbene, il “quarto cerchio” si è chiuso, ma solo in termini di comunicazione. Per chi non avesse seguito i nostri ultimi sviluppi, Camelot si impegna a perseguire diversi obiettivi dell’Agenda ONU per il 2030: Quality Education (Objective 4), Gender Equality (Obj.5), Decent Work & Economich Growht(Obj.8), Reduced Inequalities (Obj.10) e Partnership For The Goal (Obj.17). Con questa concezione in mente, abbiamo deciso di fare una sorta di “gioco” con voi: presentarvi, a cadenza mensile, i nostri punti di vista, i nostri ragionamenti e i nostri obiettivi concreti per contribuire a raggiungere questi cinque milestones. Questo mese è stato il turno dell’Objective 4, ovvero la Formazione di Qualità, un obiettivo molto sfaccettato che però si tradurrebbe in risultati davvero importanti non solo per il mondo accademico, ma per la società intera. Un breve recap a seguire.

 

“Allora, la Formazioncina?”

Quella che tutta l’aria di domanda scomoda che il parente simpatico pone al giovane di turno al cenone, in realtà è un vero e proprio vaso di Pandora che noi di Camelot abbiamo cercato di rendere il più compatto e discorsivo possibile. Abbiamo ascoltato e vissuto storie scolastiche che non sembrano rispecchiare gli obiettivi dell’Agenda 2030 e ci siamo posti degli interrogativi sulla fattibilità di questa missione: come si arriva a tassi soddisfacenti di persone che credono nella fromazione, che vivono un impatto positivo del loro percorso di studi sul mondo del lavoro? Ancora, come si può chiedere a giovani menti in fuga di non abbandonare una nave che ha tutto l’aspetto di un relitto? 

Al Governo si cerca di imbastire programmi di incentivazione che, con una capacità incredibile, mancano il punto a più riprese: i neolaurati lasciano l’Italia? Abbassiamo loro le tasse se tornano in Italia. La scuola dell’obbligo fallisce nel portare i discenti le conoscenze di base che ci toglierebbero dalle ultime posizioni PISA in Europa? Introduciamo la lettura della Bibbia alle medie. Come dite? I giovani che si qualificano per professioni tecniche che poi trovano lavoro entro un anno sono sotto al 60%? Mettiamoli a stage non retribuito in qualche azienda, indipendentemente se questa sia affine o meno al percorso di studio dei discenti. 

Stanchi di queste situazioni paradossali e di queste incongruenze percepite, abbiamo parlato direttamente con due esperte del settore formativo e abbiamo scoperto (tirando un mezzo sospiro di sollievo) che effettivamente le direzioni intraprese da alcuni istituti superiori ed enti formativi universitari stanno puntando davvero a rivoluzionare l’approccio al mondo del lavoro da parte delle istituzioni scolastiche e dalle università. Il problema purtroppo risiede nella discrezionalità di questi cambi di rotta: ITS e Università Luiss stanno cercando di fare la differenza in questi ed altri ambiti, alcune università pubbliche e corsi di formazione professionale stanno smuovendo le acque, ma per la stragrande maggioranza delle sedi formative, il disco rotto piace: pochi o zero cambiamenti nei programmi, comunicazione pressoché assente con il mondo del lavoro, e resistenze culturali al progresso sono purtroppo in vantaggio numerico.

Ecco che entra in gioco la Gen-Z, con gli stimatissimi amici di SiamoZeta che ci aiutano ad uscire dal percepito e a comprendere veramente l’entità del gap che dimora tra formazione e lavoro: moltissime persone hanno risposto ai sondaggi e ci hanno aiutato a cpaire che l’esperienza diretta dei più fatica a scorgere potenzialità di miglioramento, soprattutto per quel che riguarda l’approccio alle aziende post-studi e la redazione di programmi davvero stimolanti e preziosi per la vita adulta. 

Nell’ultima puntata del nostro podcast, abbiamo velatamente svelato la nostra soluzione (perché si, la soluzione c’è e porta la nostra firma!) e abbiamo invitato voi, i veri attori del presente e del futuro, a raccontarci delle vostre esperienze, e degli istituti che secondo voi possano beneficiare il più possibile di una soluzione. Ecco perché Camelot siamo tutti noi, con il potere di migliorare le sorti del presente per un futuro all’insegna del progresso, della conoscenza e dell’evoluzione umana. La nostra soluzione è tuttta tecnologica, e, qualora venisse adottata dagli istituti che frequentate (siano essi istituti superiori, licei o università pubbliche o private), permetterebbe di orientare i percorsi formativi senza sprecare un secondo di più, oltre che definire in maniera univoca cosa serve a quella specifica area in termini lavorativi. Il tutto( per poter iniziare il più velocemente possibile) gratuito per il primo periodo. 

In Conclusione

Esatto, i vostri istituti non dovtranno fare altro che dimostrare la loro volontà di migliorarsi, per la loro offerta formativa ma soprattutto per permettere a coloro che li sceglieranno di avere vere soddisfazioni lavorative (stipendi decenti, corrette distanze casa-lavoro e scuola-lavoro, sano equilibrio di tempo speso a svolgere una mansione e tempo da dedicare alle proprie necessità, ed una serie aggiuntiva di fattori importanti).

Se pensate che la vostra scuola superiore, il vostro liceo o la vostra università possa beneficiare della nostra soluzione, non dovrete fare altro che segnalarcela, provvedermo noi a metetrci in contatto con loro, per cercare insieme di diffondere la soluzione a tutto il palcoscenico scolatico-accademico italiano. 

Come sempre: Buon lavoro .