Come stiamo appurando nelle nostre ultime ricerche, la strada per arrivare ad una formazione di qualità universale è ancora molta, soprattutto se usiamo l’Italia come strumento metrico: ad oggi siamo ancora nelle retrovie della classifica quando si parla di competenze avanzate, non abbiamo messo in campo dei percorsi di studio nazionali relativi all’IA ed alla formazione digitale, e infine abbiamo ancora paura di usare approcci pratici alla formazione. Ne abbiamo parlato in puntata podcast che uscirà domani (tenete d’occhio il canale YouTube!), confrontandoci con due autorevoli esperte del settore formativo e dell’approccio carrieristico che alcune scuole stanno cercando di implementare. Niente spoiler però, in quanto quest’articolo mira a farvi arrivare alla puntata con tutti i dati importanti. Iniziamo.
A che punto siamo?
Essendo sempre più prossimi alla scadenza della deadline (2030) la domanda è più che lecita: ad oggi abbiamo fatto abbastanza per scongiurare di finire in ritardo? I cambiamenti che si stanno susseguendo tra i banchi di scuola e tra le aule univeristarie stanno condividendo un obiettivo comune oppure si stanno semplicemente intersecando tra loro, a creare un tetris indissolubile che bloccherebbe l’avanzamento dei progressi?
Questa metafora videoludica cade abbastanza a fagiolo, dato che tutti i sotto-programmi dell’Objective 4 sono calcolabili in punti e livelli, punti che spesso fatichiamo ad ottenere nei campi più disparati. Avevamo accennato nello scorso articolo che l’Italia va male in matematica, ma se il problema si fermasse ad alcune materia specifiche, saremmo già messi meglio rispetto ad oggi: oltre il 30% degli studenti italiani fatica a raggiungere il livello 2 in comprensione del testo e capacità di analisi, i percorsi accademici tradizionali perdono sempre più il passo coi tempi e il tasso persone che credono nella formazione continua e la adottano non arriva al 10%.
Con le precedenti premesse in mente, ci siamo fatti delle domande e abbiamo condotto delle ricerche e, con le stesse premesse, abbiamo avuto risposte. Risposte cariche di ottimismo ma non scevre di un senso di fretta che necessariamente brulica i nostri animi. In sostanza, il mondo della formazione sembra aver ascoltato i punti di pain più corposi e sta cercando (apparentemente, riuscendo) di riorganizzare, laddove possibile, il rapporto tra percorsi formativi e accesso alla carriera. Per scoprire le situazioni nel dettaglio, vi invitiamo nuovamente a seguire la puntata che uscirà domani a partire dalle 16 sul nostro canale YouTube.

In Conclusione
Il mondo corre senza mai guardarsi indietro, resta un imperativo sociale quello di rendere la corsa paritaria e il meno ostica possibile, per tutte quelle persone che nascono in contesti più difficili o meno al passo coi tempi, per tutte quelle persone che faticano a raggiungere determinati obiettivi e per tutte quelle persone che credono nella formazione e nelle sue potenzialità di soddisfazione in ambito lavorativo.
Come sempre: Buon lavoro .