Con l’articolo odierno del Camelot Blog, andremo a presentare l’esito delle nostre ricerche relativo ai numeri che piazzano l’Italia al 34° posto tra i sistemi educativi mondiali, un risultato tutt’altro che prevgevole per quel sistema scolastico che si auto-collocava nel Pantheon dei grandi fino a pochissimi anni fa. Non solo problemi di forma e di metodo, si parla di vere e proprie lacune nell’istruzione del nostro Paese che non sembrano suscitare l’interesse di coloro che hanno la possibilità di smuovere davvero la situazione attuale.

STEM sempre peggio, digitalizzazione di base quasi assente

Possiamo chiaramente definire i percorsi STEM (Sciences, Technologies, Engineering & Mathematics) come il tallone d’Achille dell’istruzione italiana, essendo proprio questi i percorsi formativi che mettono più alla prova i nostri studenti: non è un segreto che l’Italia vada male in matematica, ma il problema si fa sentire ogni giorno di più mentre il resto del Mondo naviga a vele spiegate verso un sistema educativo universale che preveda gli innovativi campi teconologici e digitali come la nuova frontiera-fulcro dell’apprendimento: spesso, le iniziative statali atte a rimodernare il nostro modo di fare scuola cadono nell’oblio della burocrazia o finiscono per non seguire il circolo virtuoso per il quale sono nate. Si insiste nel definire le lezioni scolastiche come ore nozionistiche per stimolare memoria e molte aree cerebrali, senza considerare l’esito di questi insegnamenti svecchiabili che portano le conoscenze digitali di base italiane sotto il 50% anche tra i giovanissimi. In sostanza, è molto cocnreta la possibilità che, tra vent’anni, proprio come i nostri parenti meno giovani, ci troveremo fuori passo coi tempi e non saremo facilmente in grado di affrontare lo sforzo tecnologico che il mondo ci richiederà per utilizzare servizi di base. Questo senso di alienazione oggi viene spesso coltivato e rafforzato da tutte quelle persone che rifiutano categoricamente un approccio digitale alla società contemporanea, sbolognando come “inutili” i progressi fatti per avvicinarci ad un’Europa più green e più “spigliata con i computer”. 

 

Per non annoiare…

Come da incipit, per non forzare i nostri lettori in dedali numerali che potrebbero non interessare chiunque, abbiamo cercato di esprimere in modo più discorsivo possibile quella che è una forte mancanza statisticamente comprovata in termini di accessibilità e modernizzazione di un intero sistema formativo nazionale. Per gli amanti dei dati concreti, abbiamo pensato di redigere una presentazione in slides inclusiva di tutti i dati percentuali relativi alle situazioni di cui abbiamo fatto cenno in questo articolo.

Per esaminare le slides , non dovrete fare altro che cliccare qui di seguito.

In Conclusione

Trattandosi di un gran numero di dati statistici ugualmente meritevoli di approfondimenti mirati, abbiamo deciso di affrontare l’argomento nella prossima puntata del nostro Camelot Podcast (disponibile su YouTube)  . Provvederemo naturalmente ad aggiornare la pagina di questo articolo con il link diretto alla puntata non appena sarà disponibile sulla piattaforma (domani alle ore 19!). 

Per non lasciare spazio alle interpretazioni individuali o ad eventuali ipotesi non considerate, abbiamo in programma di consultare una o più figure esperte del settore formativo che possano esaminare i dati insieme a noi ed aiutarci a fornirvi i dati della maggiore attendibilità possibile, oltre che tracciare un chiaro punto della situazione attuale e cosa si sta facendo per avvicinarsi all’Objective 4 dell’Agenda ONU per il 2030 (Quality Education).

Come sempre: Buon lavoro .