Seguendo quanto espresso nei vari canali di Camelot nell’arco della settimana, l’articolo di oggi vuole fare più chiarezza sui dati relativi ai progetti nazionali messi a terra per incentivare l’occupazione, sui costi di questi ultimi e sui risultati che hanno portato. Come abbiamo anticipato, i programmi sono tanti e i costi sono stati molto elevati: si parla di miliardi di euro, scaglionati tra gli 11 programmi istituiti per candidati e aziende, che hanno garantito pochissimi risultati. Entriamo nel vivo dei numeri a riguardo.
Quando, Quanto e Per chi?
Iniziamo il nostro viaggio nell’incentivazione occupazionale, che inizia subito dopo la pandemia e arriva a Settembre del 2024. In questo arco temporale, sono stati istituiti ben 11 piani differenti per aiutare le persone con difficoltà nel trovare lavoro e motivare le aziende con problemi nel trovare personale. I piani in questione sono e sono stati:
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Decontribuzione Sud
- Descrizione: Introdotto per incentivare l’occupazione nelle regioni del Sud Italia, questo programma prevede uno sconto contributivo per le imprese che assumono lavoratori in queste aree.
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Programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori)
- Descrizione: Parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma GOL mira a supportare l’inserimento o il reinserimento lavorativo per chi è disoccupato, inoccupato o in cassa integrazione.
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Incentivi per l’assunzione di giovani e donne
- Descrizione: Incentivi contributivi per le aziende che assumono giovani sotto i 36 anni e donne disoccupate. L’incentivo copre una parte dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro.
- Percentuale di agevolazione: Fino al 100% dei contributi per un periodo massimo di 36 mesi (48 in alcune aree svantaggiate).
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Fondo Nuove Competenze
- Descrizione: Creato per aiutare le imprese a rimodulare l’orario di lavoro dei dipendenti per dedicare ore alla formazione, senza ridurre la retribuzione. Il fondo copre i costi del lavoro durante le ore di formazione.
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Contratto di espansione
- Descrizione: Consente alle aziende con più di 50 dipendenti di ridurre l’orario di lavoro per una parte del personale e di assumere nuove risorse, combinando cassa integrazione e incentivi per nuove assunzioni.
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Incentivo per il rientro dei cervelli
- Descrizione: Misura rivolta a incentivare il ritorno in Italia dei lavoratori qualificati che sono emigrati. Offe vantaggi fiscali a chi rientra, come la riduzione del reddito imponibile.
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Selfiemployment e Fondo Impresa Donna
- Selfiemployment: Fondo che offre finanziamenti a tasso zero per giovani NEET, donne e disoccupati di lungo periodo che vogliono avviare una propria attività.
- Fondo Impresa Donna: Offre contributi e agevolazioni per sostenere l’imprenditoria femminile, puntando a migliorare l’occupazione femminile e ridurre il divario di genere nel lavoro autonomo.
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Assunzione con incentivo per disoccupati over 50
- Descrizione: Incentivi contributivi per le imprese che assumono disoccupati over 50, categoria spesso svantaggiata sul mercato del lavoro.
- Sconto contributivo: Fino al 50% per 12 o 18 mesi, a seconda del tipo di contratto.
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Assegno di ricollocazione
- Descrizione: Strumento riservato ai percettori del Reddito di Cittadinanza che ricevono un voucher da spendere per servizi di supporto alla ricerca di lavoro (come orientamento e coaching).
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Bonus assunzione percettori di Reddito di Cittadinanza
- Descrizione: Incentivo per i datori di lavoro che assumono beneficiari del Reddito di Cittadinanza. L’incentivo consiste in una parte dell’assegno mensile percepito dalla persona assunta.
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Incentivi per il settore turistico e agricolo
- Descrizione: Vari programmi specifici per settori come turismo e agricoltura, con incentivi fiscali e contributivi, volti a stimolare l’occupazione in questi settori chiave per l’economia italiana.

I Risultati ad Oggi
Queste macroaree di incentivazione hanno e hanno avuto un costo pari ad una forbice tra i 20 e i 25 miliardi di euro. Riprendendo i dati Istat relativi all’aumento dell’occupazione (stimata a circa mezzo milione di nuovi contratti), si legge che in realtà siamo davanti a una enorme regolamentazione di contratti a nero e di trasformazioni contrattuali (persone con contratti a termine, poi convertiti in contratti a tempo indeterminato). L’occupazione è, difatto, aumentata, si parla però di circa 301mila nuovi contratti aperti. Questi dati riflettono delle spese enormi tradotte in azioni poco efficaci, utili e rivoluzionarie perlopiù sulla carta. Ricordiamo l’apertura e chiusura di Anpal nell’arco di meno di due anni, e il preoccupante aumento delle “fughe di cervelli” già stimate al 44% dei giovani tra i 18 e i 34 anni (2022-2023),
Ne consegue quindi che i progetti messi a terra non sono stati all’altezza delle spese sostenute, o quantomeno, è palese la scarsa cura nel mantenimento dell’attività di tali progetti.
La soluzione a diverse problematiche quali disoccupazione, fuga di cervelli ed agevolazione dell’innovazione aziendale andrebbe quindi ricercata nel metodo e non nei costi: c’è qualcosa che ad oggi funziona poco in Italia, ovvero l’approccio a queste problematiche.
In conclusione
La soluzione andrebbe ricercata nella migliore comunicazione e collegamento tra domanda e offerta di lavoro, senza necessità di immettere fondi costanti che però si basano su di un mercato del lavoro incrinato e ancorato a pratiche sociali e burocratiche ferme al secolo scorso.
Occorre un’evoluzione significativa della concezione etica: non servono incentivi economici per assumere “fasce deboli” e non serve nemmeno definire queste ultime “fasce deboli”: esistono persone capaci e aziende che funzionano, quindi bisognerebbe partire da loro, promuovendone il modello etico e incentivandolo attraverso la sola formazione costante, invitando “spintaneamente” la realtà lavorativa italiana ad un salto di qualità morale e sistemico.
Affronteremo l’argomento in via conversativa nella prossima puntata del nostro podcast (che vi invitiamo caldamente a seguire) su YouTube.
Come sempre: Buon lavoro .