Nell’edificare e mantenere questo blog attivo e ricco di notizie valide, mi trovo spesso a scremare una sequela di storie poco interessanti, poco attinenti o poco affidabili. Approfondendo le fonti si finisce spesso per cadere in vespai di fake-news e pubblicità informativa (quei finti articoli che a prima occhiata sembrano interessanti e veri, ma che in realtà vogliono solo sponsorizzare un prodotto o un evento). Quest’oggi parleremo proprio dei vari metodi utilizzabili per sincerarsi della veridicità delle notizie che ci troviamo davanti, specialmente quelle che possono sembrare “poco credibili”. Questo sistema potrà poi anche essere impiegato in maniera non troppo dissimile quando si cerca lavoro online.
I Fact-chekers aiutano, ma…
Per i lettori che sono avvezzi al concetto di “doomscrolling” sui social media (l’atto di scorrere tra un post, un video, una notizia e poi ancora un post e via dicendo, quasi senza rendersene conto): questa insalubre abitudine può comunque avervi giovato, in quanto c’è una possibilità più elevata di essere incappati in quei contenuti informativi falsi o distorti, che solitamente vengono sfocati e coperti dalla scritta “scopri perché i fact-checkers ritengono che questo contenuto sia falso“. La sola esistenza dei fact-checkers e dei siti appositamente concepiti è un grande passo in avanti nella tutela dell’informazione imparziale e veritiera; resta però un enorme problema il fatto che l’informazione “corrotta” viaggia a ritmi incredibilmente più rapidi rispetto al procedimento di verifica di ciascuna di esse, ecco che si torna a rischiare di credere a notizie finte e create ad hoc, rischiando anche di diffonderne la portata (magari facendo girare il link dell’articolo falso, o semplicemente parlandone come una fonte attendibile).
I fact-checkers aiutano, ma non bastano: si tratta di gruppi di esperti di tutti i settori, ogni gruppo addetto alle notizie del proprio campo di expertise. Possiamo considerare quindi la possibilità di diventare i “nostri fact-checkers personali”, quindi andando sempre e comunque ad approfondire fonti, ordini cronologici, diffusione e origine della notizia che ci sta interessando al momento, ma dobbiamo acquisire un certo grado di consapevolezza in materia. Ripercorriamo gli steps in maniera più approfondita.
- incappare nella notizia, tramite siti web, socials, passaparola o quant’altro
- quando la notizia nella quale si è incappati dovesse interessarci, iniziamo il “backtracking” della stessa, cercando attraverso i browser web a nostra disposizione, fino ad arrivare alla prima pubblicazione della notizia in ordine cronologico (può sembrare ostico, ma alcuni browser come Opera o Firefox permettono di impostare filtri di ricerca relativi alla data)
- Una volta raggiunto il “punto zero” della diffusione della notizia, abbiamo due possibili percorsi: quello lungo ma precisissimo, oppure quello più breve ma probabilmente meno sicuro. Il primo consiste nella certificazione del sito web che ha originato la notizia, provare ad esaminare altri contenuti presenti e capire se l’informazione che il sito eroga sia basata su fonti ufficiali (ad esempio, quando in questo blog parliamo di statistica, citiamo sempre e comunque gli studi o istituti che hanno effettuato i calcoli, con links di riferimento e quant’altro. L’assenza di tracciabilità dei dati è quasi sempre un cattivo segnale, perché indica infondatezza o disinteresse per la validazione dei propri contenuti informativi. Una volta effettuato il controllo per sezioni, ci si può avvalere di piattaforme come Open, FactCheck.org, Hoax-Salyer.com ed altri siti web affini, presentando alla redazione la notizia in questione (o spulciando il sito, qualora la notizia fosse già “marchiata” come falsa). Il procedimento breve salta tutti i precedenti steps e arriva direttamente al sodo, ma affidarsi ad occhi chiusi ad un singolo sito web potrebbe comunque non darci l’assoluta certezza che stiamo cercando.


In Conclusione
Il vero problema è che spesso non si leggono le notizie per informarsi a riguardo, ma per cercare una conferma mediatica a idee o convinzioni preesistenti, quindi spesso siamo proprio noi lettori i primi promotori della notizie non certificate. Ed anche la “certificazione” della notizia, che in alcune Nazioni si trova a passare sotto la lente statale, perde completamente di significato, in quanto nessun organo esterno ai veri fruitori di notizie per professione ha la validità di un vero fact-checker o di un gruppo di essi; indipendentemente da quanto un governo o un’associazione provino a spingere una notizia, abbiate sempre la creanza e la capacità di analizzarla e comprendere appieno se state leggendo ciò che è accaduto o ciò che qualcuno vuole far passare per ciò che è accaduto.
Lo stesso iter si può applicare durante una ricerca di lavoro online: se gli annunci che leggiamo sembrano troppo scarni o troppo realizzati ad hoc, possiamo verificare la loro esistenza in altre piattaforme, oppure affidarci a Camelot per ottenere sempre e solo colloqui di lavoro concordati, validi e concretizzanti 😉 .
Come sempre: Buon lavoro .