Come i nostri lettori più dediti sapranno, il mondo del lavoro sta cambiando forma: da lineare sta diventando circolare. La notizia è positivissima, in quanto evidenzia che quella necessità di formazione costante che spesso avvaloriamo, sta finalmente inserendosi nelle abitudini dei lavoratori italiani. A seguito di una ricerca condotta da Epicode (formazione tech), almeno per quanto riguarda il settore IT, si nota un significativo aumento dei percorsi di studio STEM intrapresi dagli stessi lavoratori. Percentuali alla mano, il cambiamento è anche molto veloce.
Il ” Cerchio STEM”
La “insiemizzazione” di percorsi di studio dissimili (Scienze,Tecnologie,Ingegneria e Matematica) ha permesso a molti laureandi di trovare un ampio spazio di personalizzazione dei propri percorsi: le aziende più avveniristiche hanno già iniziato a raggruppare i neolaureati attenendosi agli “insiemi accademici” che si stanno formando in contemporanea, quindi sarà molto meno complicato per un laureando in ingegneria iniziare un percorso professionale nel mondo tech, così come sarà molto più semplice per un programmatore iniziare un percorso di studi sintetico e qualificante per iniziare a considerare percorsi scientifici. In sostanza, l’armonizzazione dei percorsi accademico-professionali ha portato i lavoratori a volersi formare di più, e lo ha reso molto più semplice abbattendo le differenziazioni di approccio alle materie. Oltre il 50% degli iscritti a corsi di formazione di matrice STEM è già impiegata e non ha particolari necessità formative, quanto piuttosto un forte desiderio di “chiuder il cerchio” e poter avere una conoscenza pressoché a 360° delle materie che aleggiano intorno al proprio percorso professionale. Il 40% degli iscritti, invece, non aveva un’occupazione al momento dell’iscrizione ma è riuscita comunque a trovare un impiego soddisfacente entro pochi mesi dall’ottenimento della qualifica (dato che resta invariato indipendentemente dal percorso specifico intrapreso, purché si rimanga nella macroarea STEM).
Un segnale positivo che inquadra una situazione circolare già da tempo auspicata. Resta necessario comprendere come portare questa circolarità in tutti i percorsi accademici che offrono sbocchi professionali molteplici.


In Conclusione
Motivazioni differenti che spaziano dalla necessità di sentirsi aggiornatissimi rispetto al proprio settore lavorativo, desiderio di cambiare are d’interesse o semplice voglia di conoscenza. Va incentivata la formazione costante e circolare che permette ai lavoratori e ai professionisti di considerare molti aspetti altrimenti sconosciuti del proprio lavoro, o di altre realtà professionali delle quali magari non si sapeva. Palesemente, l’obiettivo non va definito nel bisogno di organizzare turnover lavorativi costanti, né nel raggiungimento dell’onniscienza, piuttosto va collocato nella preponderante facilità con la quale si potrà identificare i percorsi affini a ciò che davvero si vuole fare, senza dovervi rinunciare per impossibiltà formative né entrarvi in punta di piedi per “timore di ignoranza”.
Come sempre: Buon lavoro .