La notizia che andremo a riportare oggi potrebbe impressionare i lettori più sensibili, in quanto si basa su un fatto di cronaca, avvenuto non più tardi di due giorni fa nelle periferie agricole della provincia di Latina, di una violenza emotiva incredibile. Nel cercare di illustrare la vicenda nel modo più esaustivo possibile, il lettore scuserà la redazione blog per l’incapacità di evitare un minimo di coinvolgimento empatico. Un operaio è stato gettato come spazzatura da un pulmino di fronte casa sua da parte dei titolari per cui lavorava, a seguito di un infortunio gravissimo che gli sarebbe sicuramente costato la vita, se non fosse stato per un coraggioso collega che ha allertato chi di dovere. 

Il Fatto

Trascendendo le politiche sul buon lavoro e sull’inseguire i propri sogni, si può concordare che rischiare la morte ed essere abbandonati in strada a causa di un infortunio NON faccia parte di alcun contesto lavorativo, buono o meno buono; la persona che agisce in questo modo va denunciata alle autorità e urgentemente fermata dal causare ulteriori drammi. L’operaio in questione stava lavorando utilizzando un macchinario tagliafieno di grandi dimensioni, e la sorte gli è stata avversa: incastratosi all’interno dell’area tagliente, l’uomo ha subìto un’amputazione forzosa del braccio che, divelto dalla sua posizione naturale ha causato un contraccolpo fatto di fratture e lacerazioni che hanno raggiunto anche una gamba. Immaginare l’avvenimento è già sufficiente per annodare diversi stomaci, ma quel che è accaduto dopo è degno dei più morbosi capitoli di Koontz: i datori di lavoro, al momento non meglio quantificati e/o identificati, hanno deciso di caricare la vittima su un furgoncino e di scaricarlo nei pressi della sua abitazione, per poi ripartire a razzo. Questo disgustoso atteggiamento fa doppiamente riflettere soprattutto coloro che tendono a seguire le vicende di cronaca: di recente ha fatto molta notizia la vicenda di una vittima di furto con scasso che, ferito uno dei suoi aguzzini, lo ha depositato dinanzi le porte dell’ospedale più vicino. Vedere uno spirito di umanità più rimarcato in un contesto del genere dovrebbe far riflettere.

L’omissione di soccorso presume di per sé una scarsa considerazione degli altri. Il diniego dei diritti fondamentali verso chi sta svolgendo un lavoro che gli è stato commissionato è sufficiente per indicare che la persona in errore non dovrebbe avere modo di offrire lavoro né avere alcuna fiducia nei suoi confronti. 

Discorso opposto per un suo collega che, mosso dagli sviluppi, si è messo in contatto con il sindacato locale Flai Cgil Latina, inviando alla Segretaria Generale Hardeep Kaur una foto raffigurante il braccio amputato del collega, allegando il racconto che stiamo riportando. 

 

In Conclusione

L’esito della storia è forse il punto peggiore dell’intera questione: per quanto la vicenda sia avvenuta da poco,  al momento non risultano essere state compiute azioni legali in merito. La denuncia è stata perlopiù sociale, con personalità come la suddetta Kaur e la coordinatrice nazionale politica Raffaella Paita, che ha definito questa vicenda come “caporalato, al pari della mafia” difatti ha promesso di consultare la Commissione Antimafia a seguito di una interrogazione parlamentare per meglio comprendere come agire in questa situazione.

Hardeep Kaur ha illustrato inoltre l’ardua battaglia contro questo fenomeno detto “caporalato” in cui lavoratori (spesso impiegati senza regolare contratto che non hanno altri sostentamenti in quanto extra-U.E.) vengono trattati come prigionieri di guerra o bestie da stremo. Una situazione agghiacciante, sulla quale aleggia un silenzio assordante, specialmente da parte di quei “simpatici” fautori di classismi ai limiti dell’eugenetica che parlano di “venire a rubarci il lavoro”, ai quali auguro sinceramente di trovare un lavoro con simili “benefit”(ndc)

 

 

 

***AGGIORNAMENTO DEL 19/06***

Purtroppo, il protagonista della tristissima vicenda è stato dichiarato deceduto nelle prime ore di questa mattina. Il Comune di Latina si costituirà parte civile nel processo a carico dei titolari autori dell’abbandono in strada dell’operaio. Ulteriori dettagli restano ancora indisponibili, tra i quali l’eventuale identificazione dei colpevoli e l’azienda presso la quale si è verificato l’ avvenimento. 

 

 

 

Come sempre: Buon lavoro .