Lavori (Quasi) Morti
I Materassai
Immaginate la scena: è una calda serata estiva di metà ‘800, avete appena cocluso un turno massacrante sul vostro luogo di lavoro, e tutto ciò che volete adesso è la possibilità di concludere la vostra giornata spaparanzati nel “comodo giaciglio” composto da un enorme telo avvolto intorno a una serie di materiali di scarto: paglia, foglie, carta, vari estratti tessili tra lana e cotone. Vi accingete a coricarvi ma, tutto ciò che sentite sulla schiena sono le doghe in legno spaccamuscoli che per qualche motivo sembrano aver sgonfiato il vostro “materasso”. Questa situazione era abbastanza frequente (avendo letti composti in tal modo, c’era da aspettarselo!), e spessissimo comportava una chiamata necessaria al materassaio, l’artigiano specializzato nel dormire: queste figure si occupavano in primis di realizzare materassi in lana e stoffa per le classi più agiate, ma anche di mantenere e conservare i materassi popolani composti da qualsivoglia materiale “morbido”. Oggi scopriremo quanto una mansione durata meno di un secolo abbia condizionato in positivo il benessere del sonno nobile come quello povero.
La storia dei “giacigli”
Quella che può sembrare una storia che bene o male accomuna tutte le popolazioni del mondo, così non è stata: i popoli europei furono i primi ad accontentarsi di utilizzare involucri di foglie o paglia come appoggio su cui dormire. Nessun rinascimentale che non fosse meno di un principe o un “vero riccone” aveva mai visto un letto fatto di stoffe. I popolani si affidavano al senso comune e cercavano di fare di risparmio virtù, facendosi confezionare i giacigli di paglia da esperti materassai. Qualora il materasso realizzato cedesse col tempo, ci si poteva prodigare autonomamente alla sostituzione del fogliame, oppure acqustarne uno nuovo. Fino al diciannovesimo secolo circa, la situazione era la seguente in tutto l’occidente, mentre in Africa e in Asia si adottavano pratiche più avanguardistiche: la cultura araba aveva perfezionato il metodo del tappeto con cuscini: erano piccole enclavi presenti in ogni dimora, con un tappeto a coprire l’interaq pavimentazione, mentre la stanza era costellata da rigonfi cuscini imbottiti di stringhe di cotone; bastava coricarsi tra la matassa. Discorso dissimile per l’Estremo Oriente, che sin dai primi tempi aveva impiegato materassini confezionati anche con piume animali adagiati sul pavimento, fatto che rendeva la costruzione e la manutenzione delle sistemazioni notturne un’opera più semplice.
Saltiamo al diciannovesimo secolo circa, oeriodo in cui la mansione del materassaio si affermò prepotentemente: i materassi ormai prevedevano sempre un quantitativo minimo di lana, che manteneva il tutto uniforme e gonfio, mentre le foglie servivano per mantenere un minimo di rigidità alla forma. Chiunque necessitasse di un materassaio, chiamava l’atrigiano che usualmente era costretto a portarsi via il materasso e lavorare alla sua “restaurazione” per giorni interi: con l’ausilio di un attrezzo molto particolare, composto da due lunghi chiodi tenuti insieme da una piccola barra basculante, il materassaio estraeva le stringhe individualmente e le lavorava a tensione e torsione per ridar loro verve e corpo, sostituendo le componenti fogliamiche e le stringhe esauste. Quest’arte visse per meno di cento anno, a seguito dell’introduzione dei materassi a molla e poi della produzione industriale, che colpì il mondo del riposo tra i primi.


A sinistra:Un materassaio nell’atto di “cardare” la lana
Sopra: Il tipico attrezzo cardatore per rinvigorire le componenti del materasso, poi sostituito da un macchinario dal principio simile
Al giorno d’oggi
Un mestiere a cui forse è stata resa poca giustizia, in quanto è pensiero comune ai giorni nostri immaginare “gli antichi” che si accontentavano di dormire su mucchi di paglia realizzati da loro, magari iniziando tutti ad adottare un mix delle nostre pratiche e di quelle asiatiche, mettendo insieme un rialzo in legno e un tatami inspessito da tessuti. I materassai hanno contribuito alla diffusione di molte pratiche artigianali attinenti alla cucitura, introducendo l’idea di lavorare con aghi enormi su masse di tessuto molto più spesse e complesse rispetto al tradizionale vestiario o tendaggio.
Ad oggi alcuni materassai continuano ad impiegare l’artigianato manuale, a simbolo d’eccellenza e dedzione, realizzando a mano i giacigli di chi può permettersi di assumerli.