Il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori è una raccolta di forme contrattuali che interessano una serie di mansioni appartenenti (teoricamente) ad ogni settore del mondo del lavoro, inclusi i percorsi statali e quelli privati. Con l’aggiornamento parziale del CCNL del 2024, possiamo notare come si sia tentato di riorganizzare diverse forme contrattuali per riadattarle al contesto socio-economico corrente, come ad esempio i casi degli aumenti retributivi registrati in alcune forme contrattuali: i dettagli a seguire.
Aumenti, diminuzioni e stalli
I dati relativi al CCNL vengono forniti periodicamente dall’ISTAT ed indicano a grandi linee l’andamento di alcuni settori professionali, così come il tasso di inflazione che questi ultimi si trovano a fronteggiare nel tempo e la media delle tempistiche necessarie a riorganizzare alcuni contratti specifici del Collettivo. Nel corso del primo trimestre del 2024 si è registrata una media di aumenti salariali del 2,8% circa rispetto allo stesso periodo del 2023. Mentre ci avviamo alla conclusione del secondo trimestre economico e nell’attesa di scoprire i numeri dell’andamento tra Aprile e Giugno, scopriamo che, nonostante alcuni settori stiano beneficiando di aumenti più di altri, resta critico il lasso di tempo richiesto per aggiornare o rinnovare moltissimi tipi di contratti anche tra i settori più “condonati” dall’inflazione. In particolare i tre capolista degli aumenti sarebbero:
- Legno, carta e stampa +8,5%
- Credito e assicurazioni, +7,1%
- Settore metalmeccanico, +6,1%
Nonostante i non indifferenti aumenti retributivi orari, si trovano a fronteggiare un’aspettativa di rinnovo del CCNL pari a 29 mesi, il che significa che i tempi per il rinnovo delle dinamiche contrattuali superano i due anni per entrare in vigore.
Al contrario, i contratti che non hanno avuto alcuna modifica o aggiornamento sono anche i più utilizzati nel settore.


In Conclusione
Il CCNL non è tenuto molto di conto, se non nel momento in cui si vanno ad estrapolare un po’ di numeri. Da anni ormai si aspetta un aggiornamento od un sistema di auto-aggiornamento che permetta ai lavoratori di ogni ambito, settore, area e mansione di poter identificare gli estremi del proprio contratto in un sistema nazionale, anzichè trovarsi davanti contratti che variano da una realtà lavorativa ad un’altra. Persino le mansioni statali, che immaginificamente si presumono le più considerate da organi e istituzioni, non vengono più aggiornati né presi in considerazione. Va precisato che naturalmente, i contratti statali dovrebbero teoricamente godere già della massima considerazione in termini retributivi ed orari.
Come sempre: buon lavoro.