Lavori (Quasi) Morti

I Lampionai

Se oggi, un vostro conoscente vi parlasse di “raggiungere l’illuminazione”, sicuramente pensereste ad una qualche forma di spiritualità, ad un modo romantico per parlare di crescita personale o serenità. Sorprenderà scopire che questa affermazione era probabilmente tra le più diffuse tra i lavoratori notturni delle città occidentali dal diciassettesimo secolo ad oggi. Parliamo dei “lampionai”,conosciuti nel Regno Unito come “lamplighters”,in Spagna come “faroleros” e in Bioleorussia come “fonarshchick”. Il loro compito era quello di provvedere manualmente all’illuminazione notturna delle vie delle città, arrampicandosi in cima ai lampioni mediante una normale scala, ed inserendo olio o gas all’interno dei relativi contenitori degli stessi, e ripetere il processo all’inverso aiutandosi con un particolare gancio spegnifuoco. Immaginate quanto fosse assai più complesso coordinare orari e lavoratori per mantenere la città vivibile e visibile durante le notti. 

Iniziando dalle origini, la mansione nacque con l’invenzione dei lampioni, che sostituivano le tradizionali lanterne ad olio in ambienti in cui sarebbe stato rischioso agglomerarne; basti pensare che il più delle case cittadine era realizzato in legno, e che alcune città come Londra o Madrid erano centri cosmopoliti di contadini, funzionari, banchieri, ecclesiastici, soldati e nobili che, naturalmente, conducevano esistenze variegate e molto diversificate tra loro, fattore che spingeva le classi più povere in particolare (ma non solo) a prediligere la vita notturna e serale, restando fino a notte nelle bettole o accogliendo visitatori che giungevano col vespro o l’imbrunire. Questa diversificazione delle vite cittadine creò la necessità di avere un sistema di illuminazione delle zone principali delle città, e i lampionai iniziarono a produrre, piazzare e mantenere i dispositivi di illuminazione pubblica. 

Va inoltre aggiunto il ruolo di “liberatori” ai primissimi lampionai, in quanto permisero agli abitanti di molte città (come Parigi e Liverpool) di vivere le strade di notte (prima era vietato errare in città dopo le ore 21 se sprovvisti di lanterna personale, e con l’elevatissimo rischio di incendio, raramente si vedevano riunirsi più di due persone in contemporanea al calar del sole).

Una mansione spesso bypassata dai libri di storia, che diede però la possibilità a chi la praticava di acquisire molteplici abilità utili: dalla lavorazione del ferro necessaria alla realizzazione dei corpi del lampione, fino alla simil-alchimia, nel mescolare combustibili e comburenti in quantità esatte che garantissero un’illuminazione costante e corposa per tutto l’arco della notte. I lampionai si occupavano di ogni singolo passaggio dell’illuminazione pubblica, anche dopo diversi decenni che la mansione si affermò. Facciamo un salto nei secoli ed arriviamo ai primissimi anni del diciannovesimo secolo, per la precisione al 1807: in quell’anno, alla Pall Mall junction di Londra, lo scienziato Frederick Albert Windsor inaugurò i primi due lampioni alimentati a gas della storia. Questa svolta fu estremamente significativa in termini di coordinazione, rapidità ed efficienza della pubblica illuminazione, in quanto richiedeva tempi molto minori per essere operata e rese la realizzazione di lampioni e lanterne molto più economica. 

I lampionai cercarono di adattarsi a questa nuova tecnica, con molte difficoltà in quanto il processo di accensione e di spegnimento, per quanto rapidi, erano molto più complessi rispetto a quelli dell’olio e della cera di candela. Entro la seconda metà dell’800, l’illuminazione a gas raggiunse nuove vette: dapprima si iniziarono a concepire i primi processi di automazione dell’accensione, poi dello spegnimento, poi di entrambe; infine, emersero le prime forme di illuminazione incandescdente (le lampadine, per intenderci) e il compito di accenderle e spegnerle iniziò a divenire man mano una questione di premere un pulsante per illuminare un quartiere, da lì iniziò la rapida discesa di questa mansione. 

A sinistra:I lampionai hawaiiani con le loro peculiarissime attrezzature ed uniformi 

Sopra: Uno dei primi lampionai tradizionali (lampioni ad olio) che opera nelle strade di Londra

Al giorno d’oggi

I lampionai, esistiti per circa 200 anni in ogni parte del mondo che li necessitasse, hanno assunto vari aspetti e significati per le popolazioni che li impiegavano: i lampionai londinesi erano visti come “guardiani della notte” che potevano osare camminare nell’oscurità dell’urbe senza paura, in Italia erano considerati un esempio del progresso e del lavoro silenzioso che veniva tanto rispettato e riverito dai nostri avi, alle Hawaii assumeva una connotazione rituale, in quanto i lampionai dell’isola sono tutt’ora soliti correre per le strade brandendo una torcia ed una maschera Tiki, accendendo in rapida sequenza altre torce precedentemente piantate nel terreno. 

Avete letto bene, questa mansione viene ancora riconosciuta e praticata in alcune parti del mondo dove ha acquisito una valenza più spirituale o folkloristica. Le uniche due città europee che impiegano lampionai in quanto tali sono Zagabria,Croazia e Breslavia,Polonia. Era inoltre tradizione in Bielorussia (soprattutto a fini turistici) che un lampionaio accendesse giornalmente i lampioni della via dello shopping nel centro cittadino di Brest, ma a seguito delle controversie interne, le attrazionituristiche saranno molto probabilmente state “messe in pausa” a causa della dittatura Lukashenko-Golovchenko che, dal 1994 ad oggi ha intensificato la sua presa stringente sulla Nazione.