Nonostante quando si parli di lavoro, riuscire a definire in maniera univoca il concetto di “progresso” sia complicato a causa della diversa interpretazione che nel corso dei tempi questa parola abbia acquisito, abbiamo appreso che gli studi orientati alla Gen Z stanno rivelando ciò che si sta facendo a livello generazionale per rendere il concetto abbastanza comune e concordante. Andiamo ad approfondire.
“Il mondo è piccolo”
In altri contesti, questa affermazione fa riferimento alla facilità con cui ci si ritrova volti conosciuti anche all’altro capo del pianeta, ma che oggi, collocata nel contesto lavorativo, descrive in maniera abbastanza comprensiva i pilastri alla base dell’etica professionale delle nuove generazioni: non si vive l’idea di trovare la propria strada all’estero come una forzatura alla quale piegarsi per garantirsi stipendi decenti, ma come un balzo personale e professionale che non è né sbagliato né forzato intraprendere. Con l’accomunamento sempre maggiore di obiettivi e vision, ci si può sentire a casa anche in una terra sconosciuta.
Un altro aspetto che i lavoratori più giovani stanno rendendo sempre più considerabile e considerevole è, come accennato all’inizio, l’obiettivo di accomunare quantomeno quei “dogmi” morali quali uguaglianza e apertura mentale tra tutti i lavoratori, i datori di lavoro e i luoghi di lavoro, indipendentemente dal settore, età della professione, età del professionista e natura stessa della mansione. Un approccio che sicuramente fa ben sperare per ciò che potrebbe essere la norma lavorativa entro i prossimi 10 anni circa.
Non si sta più battendo sull’esperienza, perché si sta iniziando a ragionare con un’ottica più “domestica” sul lavoro: ciò che va fatto in questa mansione può essere appreso strada facendo, e quale modo migliore di condividere le conoscenze, se non trasmettendole direttamente sul luogo di lavoro, da parte di chi ci crede fermamente?
Non si sta al contempo più cercando di instillare l’idea di “re della collina” che prima predominava soprattutto nel mondo del lavoro in proprio; quello che va considerato sempre è l’approccio etico ed egualitario, quindi il successo del business andrebbe raggiunto (e viene man mano raggiunto) attraverso due importanti fattori:
- L’approccio “green”, ovvero basare il proprio modello di business sul ridurre l’impronta inquinante accumulata nei secoli da un’industrializzazione incontrollata
- La coesione aziendale, che ultimamente viene quasi considerata una “pubblicità positiva”, diventando però un requisito sempre più solido.


In Conclusione
Vengono inoltre tenuti altissimi il valore della soddisfazione personale nella scelta di un percorso di lavoro, e l’ottica globale che permette a imprese e aziende di potersi aggiornare sempre e comunque sugli ultimi trend di mercato, così come per quel che riguarda le novità concrete che abbracciano progressivamente il mondo professionale globale. Un domani sicuramente arriveranno nuove generazioni e nuove concezioni a ricordarci che magari potevamo fare di più; a noi compete la cheta responsabilità di restare sempre consapevoli di star compiendo ogni passo cosicché in futuro sia sempre meno difficile camminare e poi correre.
Come sempre: buon lavoro.