Lavori (Quasi) Morti

I Cartografi

Torna la rubrica Lavori(Quasi)Morti, e stavolta, parleremo di una mansione che richiedeva straordinarie capacità fisiche e mentali, oltre che di spirito: parliamo dei cartografi, quelle personalità avventurose e brillanti che arrivavano laddove nessuno osava arrivare e tracciavano le basi per la conoscenza fisica del nostro mondo. Senza indugi, iniziamo il percorso che parte dal Neolitico e termina una manciata d’anni fa.

I primi Cartografi

Le prime vere mappe risalgono alle antiche popolazioni dell’Anatolia, in particolare a un abitante del villaggio di Çatalhöyük(Odierna Turchia) che disegnò nel 6200 a.C. una mappa del villaggio sulle mura esterne dello stesso. Le prime persone che vollero mappare qualcosa però, non volsero lo sguardo alla Terra, bensì al cielo e alle costellazioni, quindi gli esempi di cartografia e mappatura terrestre reperibili nel corso dei tempi preistorici sono pochi e dilazionati. Sappiamo per certo che già nel 1500 a.C. la civiltà babilonese incaricava alcuni artisti di raffigurare le città in modo tale che i visitatori potessero orientarsi al loro interno. Il periodo su cui vorrei concentrare le maggiori attenzioni di questa riscoperta della Storia è quello dei primi navigatori, risalenti al periodo ellenico e fenicio e greco-romano (250-100 a.C. circa) che, presi dalla brama di conoscenza, esploravano tutte le tratte marittime percorribili tra Grecia, Magna Grecia e Corno d’Africa, senza alcuna idea di cosa ci fosse pochi kilometri più avanti, con la concentrazione necessaria ad essere i primi a ritrarre fedelmente su carta tutto l’ambiente circostante. In particolare, la Mappa Tolemaica (150 a.C.) fu il capolavoro che segnò un passo evolutivo incredibile per l’epoca, ritraendo “nel dettaglio” una mappa che includesse tutto il mondo conosciuto all’epoca. 

A partire dal Medioevo, i cartografi divennero sempre più assimilabili alla figura dell‘esploratore, recandosi in prima persona a tracciare mappature di terre e mari completamente inesplorati prima. In Italia, i cartografi ricoprivano uno sfortunato, duplice ruolo: nonostante fossero spesso dei semplici intellettuali al servizio di feudatari e signorotti locali, venivano  a volte incaricati di varcare i confini nemici e disegnare mappe strategiche e topografiche delle aree esplorate, rendendoli a tutti gli effetti delle spie in territorio nemico.

Dai tempi bui dell‘Alto Medioevo nascono i grandi esploratori rinascimentali come Cristoforo Colombo, successivamente Marco Polo e i grandi cartografi cinesi del Sichuan che egli ammirava tanto da quando conobbe il loro lavoro nel XIII secolo.

La storia dei cartografi inizia ad acquisire sfumature istituzionali già da dopo Cristoforo Colombo, che seppur maggiormente noto per la scoperta dell’America (1492), deve la sua fama alla sua ottima ma fallace capacità di disegno di carte nautiche e territoriali.

Nei secoli successivi, con l’avvento del colonialismo e delle guerre napoleoniche dopo, la cartografia venne fortemente impiegata a scopi militari: disegnare mappe precise con numerazioni che definissero latitudini e longitudini, altezza del terreno e profondità di specchi d’acqua, ma considerati i mezzi del tempo, cartografi come Piri Reis (XVI sec.) o Hartmann Schedel (XIV sec.) impiegarono e dedicarono le loro intere vite all’esplorazione, nell’impossibilità di tracciare efficientemente mappe di grandi proporzioni e di scendere nei dettagli più precisi con mezzi più rapidi dei loro occhi e delle loro menti.

 

A sinistra: la Mappa Tolemaica del 150 a.C. che racchiudeva “il mondo” dell’epoca. 

Sopra: la Mappa del Mondo Nuovo (XVI sec.)

Età moderna e giorni nostri

Successivamente, a partire dal XIX sec., la cartografia divenne molto più calcolabile e scientificamente declinabile, con il supporto di mezzi per coprire grandi distante in tempi minori. Tutto il mondo divenne mappabile e man mano, mappato. Dalla prima metà del ‘900 c’è stata la possibilità di guardare la conformazione terrestre dall’alto dell’oblò di un aeroplano, e infine, i cartografi sono diventati ingegneri in grado di controllare il lavoro di satelliti e mappatori di larga scala, e di tradurre l’intero aspetto, forma e conformazione del pianeta in una comoda app che ci assiste quando non troviamo quel ristorante che tanto ci è stato consigliato o dobbiamo scoprire con quale delle due strade disponibili arriveremmo prima al colloquio di lavoro rimediato su Camelot 😉

come sempre: buon lavoro.