Nel mondo del lavoro viene analizzato (ultimamente in maniera più consistente) il gender gap che aleggia nei vari settori. Ci si pone spesso domande quali “dov’è che questa inaccettabile realtà predomina, e dove invece si riduce più in fretta?” o anche “alcuni aspetti del gender gap come i contratti part-time riservati in maggior proporzione alle donne, potrebbero essere una preferenza dei candidati e non un sintomo di problemi?”
In questo articolo, daremo una risposta precisa ai quesiti d’esempio e rifletteremo su una domanda scontata ma non troppo: perché il gender gap? Come risolverlo?
Problema concreto, soluzioni fittizie
Sfortunatamente, gli esseri umani tendono ad eccellere quando si tratta di evidenziare un problema (anche se non è questo il caso), ma diventiamo meno versatili quando si tratta di risolvere un problema. I candidati più fortunati potranno solo immaginarlo, mentre i più sapranno bene la frustrazione che si prova di fronte a situazioni di disuguaglianza che appesantiscono e talvolta sviliscono il mondo del lavoro o alcune aziende in particolare.
Non si può ammettere ignoranza in questo contesto, e porsi domande come “potrebbero essere le vittime dell’ingiustizia a perorarla” sicuramente può fornire spunti di riflessione , ma non risolve il problema né avvalora l’urgenza con cui dovremmo affrontarlo.
“Purtroppo in Italia è così, che ci vuoi fare?”
“Io provo a fare la differenza, ma..”
“Ho accettato quel lavoro nonostante la disparità perché..”
Sono frasi, luoghi comuni che abbiamo sentito abbastanza. Il gender gap è il triste risultato non di una società patriarcale come molti cercano di puntualizzare, ma di una società soldo-centrica: possiamo benissimo osservare numerosi casi in cui, se incentivati con la giusta cifra, molti settori si adoperino per la giustizia sociale o addirittura vadano ad invertire il gap, penalizzando le “categorie forti” in quanto queste ultime non si traducono in incentivi pubblici. É il caso di alcuni settori che statisticamente stanno migliorando molto in termini di riduzione del gap, ma solo perché vi è un facile accesso agli incentivi di cui si parlava poche frasi fa. Attenzione: questi incentivi non sono redatti o organizzati in maniera sbagliata, si parla di social accountability e gender equality, due fattori che vengono calcolati in percentuale e che mirano alla vera parità economico-sociale, ma che sfortunatamente vengono talvolta considerati solo per il premio finanziario o in termini di prestigio sociale che portano con sé.
Non c’è un modo “morbido” per dirlo: è ora di smettere di considerare i fautori della gender equality e della giustizia sociale come persone da premiare; l’uguaglianza deve essere la norma, e possiamo garantirvi che noi di Camelot non inseguiamo il nostro social impact con l’aspettativa di un premio né di un tornaconto qualunque, lo facciamo perché è così che andrebbe fatto.
Comprendiamo che questo concetto possa suonare un po’ duramente alle orecchie di chi ha mosso qualche passo in cambio di qualcosa, ma finché non si inizierà a reputare la correttezza e l’uguaglianza come concetti fondamentali e non come dei bonus, non si potranno mai fare dei significativi passi in avanti.


In Conclusione
Non dobbiamo puntare alla parità con un tornaconto prefissato in mente, non dobbiamo migliorare il mondo per guadagnare una medaglia. Lo sforzo deve derivare da un genuino senso di terminata sopportazione delle ingiustizie sociali e delle disparità che ne conseguono. Comprensibilmente, le difficoltà non mancano e continueranno a non mancare per un po’, ma va sempre tenuto a mente che una soluzione alternativa esiste sempre, anche quando crediamo che, rifiutando quel lavoro in quanto ingiusto, potremmo essere da soli in quel momento. Molte aziende e realtà lavorative si stanno attivando, chi per la ragione sociale, chi per un ritorno personale. L’impegno di Camelot e di tutti coloro che mirano ad un benessere personale e lavorativo permanente non distolgono lo sguardo dall’obiettivo, e saremo sempre dalla vostra parte. Non arrendetevi mai, non accettate l’inaccettabile e fate valere la vera parità, noi saremo più che felici di portarvi a colloquio, senza rinunciare ai propri princìpi.
come sempre: buon lavoro.