La strada per il sogno è costellata di irti ostacoli, lo sappiamo bene. C’è chi deve superare durissime prove fisiche, c’è chi deve cambiare radicalmente abitudini, chi deve studiare per anni e anni; molti sogni, molti lavori dei sogni soprattutto, sono dedicati a una manciata di persone e chi si imbarca in questa ricerca lo sa. Uno di questi percorsi è stato quello di Marina Vasilevskaja, prima cosmonauta bielorussa ad unirsi allo staff orbitale della ISS ( Stazione Spaziale Internazionale) a seguito di una carriera poliedrica e brillante. Nell’articolo di oggi, racconteremo la sua storia, non solo per la notizia in sé, ma perché Marina è l’ennesima dimostrazione di come passione, ricerca, formazione personale e perseveranza conducano sempre laddove si vuole arrivare, anche se le difficoltà sembrano insormontabili.

Il contesto sociale

Quando si percorre la strada verso il Dream Job, come abbiamo detto, ci si trova inevitabilmente di fronte a delle avversità. Queste ultime possono essere di diversa natura, possono derivare da ostacoli derivanti da noi stessi o da fattori esterni; chi volesse fare il pompiere dovrebbe raggiungere una forma fisica eccelsa e scalare molti gradini di self-improvement per avere accesso al suo sogno, chi volesse fare il fashion designer, dovrebbe conquistarsi una fama ed uno spazio personali nell’ultra competitivo mondo della couture

Per Marina, l’ostacolo più grande da superare è stato il contesto sociale: nata in Bielorussia, vive il peso di un regime dittatoriale che è tristemente noto per l’altissimo grado di uniformazione che impone ai propri cittadini. Questo non la ferma, e dopo essersi laureata a Minsk, inizia a lavorare dapprima come ballerina, poi come assistente di volo, ed infine compie il balzo figurativo verso la carriera da cosmonauta. 

Reclutata a seguito di un’asprissima selezione, la Roscomos e successivamente la NASA hanno inviato lei, la collega americana Tracy Dyson e il connazionale Oleg Novickij verso la ISS con un razzo Soyuz partito dal Kazakhistan. 

La stampa della comunità scientifica e alcune testate giornalistiche hanno portato l’attenzione sul piacevole “senso di distacco” che gli astronauti e scienziati condividano tra loro verso le tensioni del mondo contemporaneo. Mette in prospettiva quanto i problemi di quaggiù siano piccoli dall’alto della ricerca della conoscenza e del sogno comune degli scienziati presenti a bordo.

A sinistra: Dyson, Novickij e Marina Vasilevskaja in procinto di partire per la ISS.

A destra: la ISS

In Conclusione

Noi di Camelot vogliamo concentrarci su un altro aspetto però: la storia di Marina Vasilevskaja è, come detto, una dimostrazione di grande resilienza e dedizione. La storia di Marina ci insegna che tutti quegli ostacoli che crediamo non essere superabili (che talvolta, ci rendiamo insuperabili per comodità o paura) in realtà possono e devono essere affrontati. E per quanto possa essere un luogo comune, è tra i più veritieri di essi: nessun ostacolo è insuperabile se lo si affronta con la giusta preparazione

Credete sempre nei vostri sogni e, qualora il vostro sogno potesse diventare un lavoro, con noi lo troveremo, insieme.

come sempre: buon lavoro.