Un caso curioso quello di cui racconteremo oggi, in cui esaminiamo una di quelle vicende che sembrano uscite da un film: Paolo Coletti, professore di informatica insegnante alla facoltà di Economia di Trento, ha deciso di lasciare la cattedra per dedicarsi full-time alla sua carriera da content creator su YouTube.
Quello che sembra un titolone da giornalino locale è in realtà una vicenda più complessa di quanto appaia, e quest’oggi vogliamo raccontervela in maniera più approfondita.
Professore su YouTube
Intervistato da alcune reti locali della sua zona, Coletti ha dichiarato di aver iniziato la sua carriera come content creator per hobby, quasi per gioco: aveva deciso di iniziare a realizzare lunghi video in cui, con calcoli e previsioni, stabiliva un dato necessario per raggiungere una situazione ipotetica (nel suo video più famoso, calcola quanti soldi bisognerebbe guadagnare per vivere di rendita fino alla morte), e con i suoi spunti interessanti e analitici sulla finanza, il buon investire e il risparmio, si è conquistato un seguito che ammonta a circa 70mila followers sulla piattaforma di diffusione.
La sua storia ha iniziato a fare scalpore per il modo in cui è stata proposta nei titoli di notiziari, la verità è che Coletti non ha deciso da un giorno all’altro di mollare la cattedra guadagnata come ricercatore per avviare un canale YouTube, anzi, ha espresso il suo rammarico per il cruccio che si è generato a parte nella sua realtà professionale: essendo i ricercatori con cattedra impossibilitati ad aprire una partita IVA, i contenuti che realizzava dapprima per hobby e poi per coinvolgere il suo seguito non possono essere monetizzati, impedendogli di dedicarvisi con l’attenziona che secondo lui è necessaria.
La sua cattedra è in scadenza prevista per il 2026, anno in cui Paolo Coletti prenderà una decisione che secondo lui possa garantirgli una soddisfazione lavorativa e personale.
Quando intervistato da una rete locale, alla domanda “Quanto guadagna con i suoi contenuti?” ha risposto “sembra una barzelletta ma.. nulla. Non potendo aprire partite iva non prendo niente. Quando poi finirà il mio contratto, penso proprio di viverci invece.”


In Conclusione
Nonostante la sua storia abbia riscosso fama per una piccola parte di essa, resta comunque un segnale positivo quello che ci lascia: non solo lavoratori dipendenti/operai/impiegati, non solo neo-imprenditori e liberi professionisti: anche figure appartenenti al mondo accademico si stanno impegnando con sé stessi per dare una marcia in più al proprio futuro professionale, così da poter evitare rimpianti ed esplorare nuove aree d’interesse che potrebbero avvicinarli o portarli al Dream Job.
Trovate l’articolo di riferimento qui.
come sempre: buon lavoro.