A seguito del summit del 4 Marzo indetto da Unioncamere, in cui si è parlato dell’I.A. in generale, ma soprattutto delle sue applicazioni nel mondo del lavoro, vi rilasciamo un sunto di quanto espresso e delle modalità con cui si attuerebbero le decisioni proposte.
“Il lavoro al tempo dell’Intelligenza Artificiale”
Questo il nome dato all’evento, in cui sono emersi dati sulle aziende che utilizzano l’I.A. in Italia (circa il 10%) e su quelle che hanno intenzione di investirvi nel breve futuro(15%). Ciò che più ha destato attenzione è stato il livello di mismatch che già queste mansioni portano con sé: essendo forse il più innovativo dei campi lavorativi e non, trovare figure che sappiano già destreggiarsi in questo campo è molto difficile, si parla del 46,5% dei casi in cui una ricerca di queste figure da parte delle aziende si è rivelata infruttuosa.
Le mansioni ricercate e in continua crescita sarebbero quasi tutte orientate agli aspetti ingegneristici e tecnici della computazione, della programmazione, dell’informazione e dell’elettronica generale. Un grosso fattore incidente sulle scarse disponibilità di queste mansioni (oltre alla giovanissima età del campo di lavoro), risulta essere la non-pronta risposta da parte delle aziende, che nel ricercare profili professionali orientati alla conoscenza dell’I.A. non sanno a loro volta definire le mansioni richieste da questi annunci, richiedendo magari un esperto di x per adempiere alla mansione y.
Stando ai dati rilasciati dal Sistema Informativo Excelsior (Unioncamere e Anpal), delle circa 3.5mln di richieste di lavoro attinenti al mondo tech rilasciate nel 2023, circa 2.8 milioni di queste specificavano un’approfondita ma necessaria conoscenza di linguaggi di programmazione e metodi informatico-matematici.
Un dato che fa pensare, e che risulta difficilmente fuorviabile.


In Conclusione
L’esito dell’incontro si traduce in un necessario instradamento da parte delle aziende italiane verso processi di formazione professionale interna e “onnidiffusa“, iniziando a considerare quindi alcuni aspetti tecnici dell’informatica come una conoscenza di base che tutti i lavoratori dovrebbero avere e alla quale possono accedere senza difficoltà né percorsi a pagamento privato.
Va inoltre specificato che il mismatch attuale è frutto di due fattori che certamente andranno in calo entro breve:
- l’incompetenza di alcuni redattori di annunci lavorativi (o di chi ne ordina la pubblicazione, ovvio!), parliamoci chiaro, ad oggi richiedere un esperto di I.A. in azienda è quantomeno pretenzioso, oltre che indice di totale assenza di seguito verso l’I.A. e i passi da gigante che compie ogni giorno
- La scarsa reperibilità di aggiornamenti dell’ultimo minuto in termini di sviluppo, software e processi creativi dell’I.A. che a volte vengono rilasciati senza tener conto di falle che emergono solo una volta “pubblicate”
Per raggiungere la realtà lavorativa proposta, è necessario mettere in conto moltissimi cambiamenti che dovrebbero verificarsi entro i prossimi 3 anni, primo tra tutti: un turnover generazionale al lavoro, cosa assai difficile in quanto la media tra tasso di natalità e mortalità è in costante calo (per sentirci parlare dell’argomento in maniera più approfondita, seguite il nostro Camelot Podcast, disponibile su Spotify, YouTube e tutte le piattaforme di podcasting). Altri punti importanti del discorso sono il necessario adattamento delle aziende al livello attuale di accessibilità all’I.A. e uno sforzo significativo da parte di sistemi di informazione e comunicazione di massa nel semplificare l’accesso a queste conoscenze nella totale trasparenza di dati, così da ridurre la disinformazione ed il conseguente timore verso ciò che non si conosce.
Consigliamo inoltre ai nostri candidati che aspirano ad un Dream Job affine al mondo tech di apprendere i rudimenti di questa novità che è l’Intelligenza Artificale, così da poter restare al passo con i salti in avanti che molto probabilmente la vedranno protagonista nei prossimi anni.
come sempre: buon lavoro.