Lavori (Quasi) Morti
L’Alchimista
Edizione magica di Lavori(Quasi)Morti, quest’oggi si parlerà di una mansione che ormai non ha più applicazione nella cultura di massa né nelle scienze applicate, ma che ha segnato tante epoche e che ha affascinato menti del calibro di Sir Isaac Newton ed Alesteir Crowley: parliamo dell’alchimista, un “ibrido” tra uno scienziato e uno stregone, con totale interpretazione libera del proprio lavoro. L’alchimia è un mix di scienza, misticismo e filosofia, e in questo articolo, esamineremo i suoi aspetti più peculiari e le figure più celebri che si sono orientate in questa disciplina.
Onniscienza e Metallurgia
Sebbene si possa sminuire il fascino di questo mestiere definendolo un semplice antenato della chimica moderna, l’alchimia racchiudeva in sé una serie di concetti e ricerche che spesso trascendevano persino la realtà come la conosciamo: nei primi secoli della sua esistenza, era impiegata per la ricerca di una formula magica che permettesse di effettuare la trasmutazione dei metalli, un processo che permetterebbe al ferro di riorganizzare le sue molecole e diventare oro o platino. Nonostante gli sforzi da parte di studiosi come Democrito (200 a.C.) e Jabin ibn Hayyar (800 d.C.), la trasmutazione non fu mai scoperta, o almeno, non fu mai pubblicamente rivelata(non sarebbe stato male però!).
In tempi più “moderni” (17esimo sec. d.C.) l’alchimia assunse tratti più e meno scientifici per certi versi: scienziati come Isaac Newton e Robert Boyle iniziarono ad approcciare l’alchimia, con la teorizzazione di una ricetta per la Pietra Filosofale, un artefatto che, secondo molti sarebbe in grado di garantire onniscienza o vita eterna (per altri ancora una forma extra-corporea o la possibilità di viaggiare nel tempo) .
Per quanto simili concetti possano quasi strapparci un sorriso in tempi contemporanei, si trattava di una componente fondamentale che teneva un equilibrio logico tra scienza e religione, che al giorno d’oggi sono totalmente ossimorici e agli antipodi, ma che a causa del contesto storico dell’epoca, dovevano necessariamente coesistere per evitare di scomodare la società intera, cieca seguace di teorie astratte più che di dati attendibili, soprattutto a causa della forte ignoranza che la Chiesa e le altre Istituzioni perpetravano per garantirsi lo status quo.
La ricerca scientifica per il raggiungimento di soluzioni metafisiche piaceva all’epoca e affascina tutt’ora; pensiamo a figure come Alesteir Crowley, visionario ai limiti della follia che con le sue teorie sull’immortalità, lo spazio-tempo e la rinascita, ha mantenuto vivo il suo carisma anche in tempi contemporanei, venendo citato in brani musicali, serie tv e altro. Crowley ha talmente influenzato la cultura goth, rock e metal che la sua casa scozzese sul Lago di Loch Ness è stata acquistata dal celebre Jimmy Paige dei Led Zeppelin.


A sinistra: Alesteir Crowley in una delle sue foto più famose
Oggi
In epoca contemporanea, gli alchimisti vengono ricordati da alcuni come figure inquietanti che approcciavano alla magia nera e cose simili, per altri un rimando al fiabesco o al leggendario. Quella che era una vera e propria mansione seguita ed apprezzata da scienziati, filosofi e letterati, col tempo ha assunto caratteristiche che ci fanno immaginare mondi fittizi pieni di magia e incantamenti. Quasi più nessuno pratica l’alchimia e la maggior parte di coloro che ancora lo fanno, spesso la vivono come appena descritto, promettendo letture del futuro attraverso sfere magiche o imbastendo show di televangelismo.
Cosa ne pensate di queste figure fuori dal coro?
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come sempre: buon lavoro.