Lavori (Quasi) Morti

Il Centralinista

Nuova aggiunta per la rubrica di Lavori(Quasi)Morti, e a proposito di rubrica, la mansione che andiamo a raccontare oggi ha molto a che vedere con le telefonate: parliamo del centralinista, mansione che è stata all’avanguardia nel suo tempo per diversi aspetti, richiedente una capacità mentale non indifferente. Scopriamo la storia di questa mansione, dai primi giorni fino al tramonto.

I primi centralini

La prima sede di centralini al mondo sorge a New Haven, Connecticut (U.S.A.) nel 1878, anno in cui è stato pubblicato il primo elenco telefonico al mondo, che conteneva circa 50 indirizzi. Dapprima era facile effettuare telefonate tra sole 50 persone, ma ben presto iniziarono a diffondersi un gran numero di apparecchi telefonici in ogni parte degli Stati Uniti e del mondo; divenne quindi necessario adoperare delle persone che collegassero manualmente con dei jack le varie centraline telefoniche. Nacquero quindi aziende come la Boston Telephone Dispatch, e di conseguenza, i primi centralinisti. Il primo addetto a questa nuova mansione fu un uomo di nome George Willard Croy, nonostante questo però, la stragrande maggioranza delle persone che lavoravano come centraliniste erano donne, e non a caso: secondo sondaggi del tempo, le donne avevano un netto vantaggio in questo lavoro perché molto più flemmatiche e in grado di gestire lo stress da multitasking. La prima rappresentante di questa mansione fu Emma Nutt, che alla fine del 1878, venne assunta su diretta richiesta di Alexander Graham Bell, colui che, precedendo Guglielmo Marconi sui brevetti, è passato alla storia come l’inventore del telefono. Emma aveva una peculiarità eccezionale: era in grado di ricordare ogni singolo numero telefonico ed il suo associato nell’intera area del New England. Iniziò a lavorare Edwin Holmes Telephone Dispatch Company e, poche ore dopo, anche sua sorella Stella venne assunta, diventando la seconda operatrice telefonica donna in un mondo in cui vi erano già pochissime figure simili.

Dopo appena una decade, quasi ogni centralinista era di sesso femminile, rendendo la mansione uno dei primi esempi di questo tipo. Questo permise a moltissime donne di tutte le età di ottenere un’indipendenza finanziaria e una voce più forte nel panorama lavorativo ed economico mondiale.

A sinistra: Emma Nutt alla sua postazione nel 1880

Sopra: Emma(sinistra) e Stella Nutt insieme a due colleghi mentre vengono ripresi per il docu-film del 1878 “Bold Experiment-History of The Telephone”

L’Ultimo vero Cavaliere

Emma Nutt è stat una figura così influente per il lavoro femminile che le è stato riconosciuto un giorno in onore: il primo di Settembre è, infatti, l’Emma Nutt Day, festa non ufficiale in tutto il territorio statunitense. Dal suo lavoro sono nati lungometraggi cinematografici e di conseguenza ella divenne il modello americano del centralinista: apparve in numerosi albi, riviste e interviste televisive. La Philips Electronics, insieme a Preferred Voice, ha creato in suo onore un’assistente vocale chiamato EMMA che dispone della sua voce sintetizzata.

In Conclusione

Ai giorni nostri, i centralinisti sono diventati man mano più diversificati ed hanno lasciato le vecchie sedi stracolme di centralini per passare alla mansione di segretario/a, che direzionano le chiamate con l’aiuto di centralini automatici e senza più jack da collegare, ma un pulsante da pigiare. Questa mansione resta al giorno d’oggi una delle “realtà tecnologiche” più antiche e significative per il progresso del lavoro svolto in un clima di uguaglianza e rispetto.

come sempre: buon lavoro.