Un avvenimento verificatosi in un ambiente aziendale del perugino sta storcendo nasi in tutta Italia, nonostante si tratti di una vicenda relativamente datata: nel novembre 2022, un dipendente di un’azienda non meglio specificata decide di prendersi tre giorni di congedo parentale, così da poter trascorrere un po’ di tempo con la propria figlia neonata e sollevare la neo-mamma dal carico di lavoro che comporta una messa al mondo. I tre giorni scadono, il dipendente ritorna al lavoro, ma viene accolto da una brutta sorpresa: è stato licenziato durante questo breve arco di assenza giustificata perché, secondo i titolari dell’azienda, avrebbe sfruttato in maniera impropria il tempo di congedo. Il dipendente denuncia e, dopo più di un anno, vince la causa. Scopriamo i motivi delle due parti.

Le Dinamiche 

Stando alle dichiarazioni provenienti dalle varie parti del processo, il dipendente avrebbe ammesso di non aver trascorso tutto il tempo in compagnia della figlia: avrebbe lasciato l’abitazione da solo per andare a fare la spesa e svolgere diverse commissioni che, seppur nell’interesse della cura e della responsabilità genitoriale, secondo l’azienda datrice di lavoro, non rientrano nelle mansioni di un genitore in congedo parentale. L’accusa affermava che il genitore avrebbe dovuto trascorrere questi momenti di lontananza dal luogo di lavoro strettamente in compagnia della moglie e della figlia, quindi una breve fuga al supermercato o una passeggiata in solitaria non sarebbero state tollerate. Il dipendente non ha nascosto i suoi spostamenti al processo nè ai titolari, e afferma di essere ricorso alla denuncia perché una nuova ricerca di lavoro sarebbe stata disastrosa tanto quanto il licenziamento, data la necessità di solidità economica che si intensifica maggiormente con l’arrivo di nuovi membri della famiglia. 

Dopo tredici mesi di processo, il ragazzo si è visto riconoscere la validità del ricorso e la giusta compensazione al danno subito: totale reintegro della mansione, e totale rimborso delle mensilità trascorse durante lo svolgimento del processo, tredici in totale.

In Conclusione

Il dipendente e neo-padre si è detto “molto soddisfatto per questa sentenza: è la dimostrazione che la giustizia ha seguito il suo corso fino all’ultimo e ha dato voce ad un dipendente che sarebbe stato altrimenti in guai grossi” . 

Il congedo parentale viene spesso disprezzato, sia che lo prenda una mamma, sia che lo prenda un papà: alcune aziende reputano la necessità di prendersi cura di un figlio un problema che deve verificarsi il meno possibile, arrivando persino a scoraggiare i propri impiegati con metodi come quelli di questa vicenda. Siamo felici che, seppur turbolento, l’anno di questo papà si sia concluso con una bella notizia, e che il sistema giudiziario abbia lanciato un positivissimo messaggio di rispetto del welfare e del benessere lavorativo e personale.

come sempre: buon lavoro.