Da: Protesta Agricoltori [1/2]

In un clima di grandi tensioni a livello globale per una moltitudine di fattori diversificati tra loro, sta facendo sentire la sua voce un settore del lavoro che sta subendo molte disattenzioni in tempi recenti: parliamo del settore primario, in particolare quello agricolo. proteste e manifestazioni stanno insorgendo in tutta Europa a seguito dei tagli fiscali sulle categorie e sui settori esenti da alcune frome di tassazioni. Indaghiamo più a fondo sulle motivazioni di queste forti tensioni. 

Le Origini delle Proteste

Ufficialmente, l’inizio di questi dissidi risale ai primi giorni di Dicembre 2023, quando il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha annunciato un tagli ai fondi destinati al sussidio dell’agricoltura. Le proteste hanno avuto inizio in Germania e si sono poi diffuse in tutte le altre Nazioni UE che hanno subito simili tagli: Francia, Spagna e da poco anche l’Italia. Sembrano però esserci state diverse proteste organizzate da agricoltori belgi e olandesi già dai primi mesi dello scorso anno. Nonostante le proteste tedesche non siano state le prime a tutti gli effetti, sono quelle che hanno generato più passaparola mediatico: questo a causa del fatto che, annesse alle motivazioni condivise dagli altri Paesi limitrofi, sono state sollevate dai tedeschi diverse obiezioni all’ingresso dell’Ucraina nell’ Unione Europea. Lo Stato guidato da Zelens’kyj è notoriamente tra i maggiori esportatori di materie prime agricole del continente, e le nuove leggi sulla transizione verde rimuovono il limite di rapporto percentuale tra i prodotti nazionali e quelli esteri contenuti in prodotti singoli o compositi(dal mais in barattolo, fino a surgelati e prodotti da microonde con ingredienti esteri); l’agricoltura europea subirebbe quindi un durissimo colpo in termini economici, considerato che l’altissima offerta di prodotti ucraini ne comporta un prezzo assai minore rispetto ai prodotti non importati.

Ulteriori questioni relative alle posizioni dei governi in merito alla carne coltivata e alla farina d’insetto generano grande conflitto d’opinioni: gli agricoltori percepiscono il “via libera” dell’U.E. all’impiego di tali prodotti come una beffa, considerato il modo in cui l’Unione si è sempre espressa in maniera fiscalissima sulle percentuali tra prodotti locali ed importati presenti sugli scaffali dei supermercati di ciascun Paese. Gli agricoltori affermano che un governo che abbia a cuore il proprio settore agricolo, non dovrebbe imporre limiti di produzione e di terreni coltivabili entro i propri confini, a maggior ragione se la transizione verde comporta grandi importazioni estere di prodotti che potrebbero benissimo essere coltivati in Patria, garantendo profitti agli imprenditori locali del settore.

Agricoltori in protesta: immagini provenienti dalle manifestazioni in Germania, Belgio ed Italia.

La città di Bruxelles, sede del Parlamento U.E., e il Parlamento stesso sono stati bloccati da centinaia di mezzi agresti in marcia e in fermata.

In Germania, Francia, Spagna, Olanda ed Italia, le proteste si traducono in soste che ostruiscono completamente il traffico autostradale, lente marce sulle stesse ed occupazione fisica con persone e mezzi agricoli di Strade Principali, uscite regionali e provinciali, sedi sindacali e centri cittadini.

In Conclusione

Questo turbinìo di situazioni si sta incastonando in un modo molto problematico: da un lato ci si trova una grande porzione di popolazione che vede la propria economia in crisi e giustamente decide di prendere in mano la situazione; dall’altra, fragilissimi equilibri tra progresso e stabilità economico-politica che non possono presumere uno spazio di manovra che soddisfi tutte le parti. 

Aspettiamo ulteriori sviluppi, nella speranza che si riesca a giungere ad un accordo che quantomeno non tolga troppo a ciascuno.

 

 come sempre: buon lavoro.