Diciamocelo: i C.V. sono diventati ormai impraticabili. Noi di Camelot abbiamo spesso preso posizione in questi termini, sia su questo blog che in molti altri contesti nei quali si è parlato dell’argomento. Abbiamo sempre sostenuto che un documento fatto per competere direttamente con gli altri candidati non solo sfociasse inevitabilmente nella self-promotion (una vera e propria pubblicità delle proprie esperienze e capacità, mirata non a dimostrare competenze, quanto a dimostrare uno standard quasi irraggiungibile che spesso si ritorce contro gli autori di questa auto-sponsorizzazione), ma che, con l’avvento delle candidature e offerte di lavoro digitali, avrebbe allungato tempi e spese da parte di entrambe le parti coinvolte. Di recente si è scoperto come molte aziende impieghino dei sistemi di filtraggio per orientarsi tra le numerose candidature che seguono gli annunci di lavoro: grazie all’I.A., vengono adottati degli strumenti di scrematura dei C.V. chiamati Applicant Tracking System(A.T.S.) che consistono nel passare tutti i curricula ricevuti attraverso un sistema di scan automatizzato che funziona basandosi sui comandi ricevuti da un determinato A.T.S., che scarta i curricula che non sodisfano determinati requisiti.

Ma questo sistema funziona? In una parola: no, vediamo il perché.

Gli A.T.S. e le loro lacune

Essendo gli A.T.S. nelle fasi iniziali del loro percorso, presentano non poche falle che causano problemi sia alle aziende (che perdono moltissimi candidati idonei per quisquilie relative ai contenuti del C.V.), sia ai candidati(che perdono moltissime opportunità di lavoro pur soddisfacendo appieno i requisiti dell’annuncio).

Una grafica un po’ più elaborata, un font poco marcato, una semplice cornice od un effetto applicato alla propria foto potrebbero invalidare completamente il C.V., in quanto risulta deleterio programmare un Applicant Tracking System in ogni dettaglio. 

Immaginate di aver contattato telefonicamente un’azienda che ha sede al di fuori della vostra provincia di residenza; prendete accordi per un eventuale accomodamento della situazione, organizzate il vostro imminente cambio di residenza, per poi scoprire che la posizione che eravate destinati a ricoprire è stata assegnata a qualcun altro perché non avete inviato un C.V. o una lettera di presentazione a seguito del colloquio. Immaginate ora, di aver inviato quanto richiesto, solo per scoprire che un difetto nella programmazione di una I.A. ha rigettato i vostri documenti in automatico perché avete usato il font Arial Bold piuttosto che il classico Arial.  

Prima si è fatto riferimento al fatto che la programmazione di un A.T.S. nei minimi dettagli, adattati poi a ciascun singolo annuncio pubblicato, risulterebbe un’opera di proporzioni immense, sia in termini di spesa, che di tempo, che di fase sperimentale. Ecco che questi sistemi vengono utilizzati con sperimentazione minima e con prompts(comandi) non meglio strutturati: il risultato finale c’è, dato che l’ I.A. selezionerà comunque uno o più candidati, e l’azienda avrà comunque a disposizione una serie di colloqui da organizzare; resta indubbio il fatto che il tempo richiesto per arrivare ad un colloquio sarà maggiore(seppur non comporti lavoro umano) e che molti candidati promettenti non avranno modo di dimostrare la loro attitudine alla mansione in questione, e questo è un problema che non può passare inosservato.

Il Curriculum Vitae è nato come un riassunto delle proprie esperienze lavorative per dimostrare determinate competenze ad un lettore umano, non ad un comparto di selezione virtuale. Le I.A. necessittano di contenuti privi di sfumature e di “personalizzazione” umana, cosa che non può verificarsi in un documento che ripercorre ciascuna esperienza di vita umana a tutto tondo.

In Conclusione

Noi di Camelot sappiamo che un candidato interessato a una determinata mansione deve avere lo stesso diritto di ogni suo pari ad accedere al colloquio, ecco perché il nostro sistema di candidature parte da voi e non dall’azienda: con Camelot, sarà sempre il candidato a definire le proprie esperienze e sarà sempre Camelot a “bussare alla porta” dell’azienda per segnalarlo. Niente rischi di incomprensione, nessun margine di errore e niente acquisizioni di massa di curricula che poi vengono filtrati dalle I.A. o dagli A.T.S. nello specifico. In Camelot sappiamo che la quantità conta più della qualità, ecco perché quando deciderete di contattare un’azienda o una lista di aziende fatte apposta per il vostro Dream Job, è nostra premura portare voi e l’azienda fino al momento del colloquio con il nostro contributo e con la certezza che nessuna delle due parti si trovi lì per caso.

 

 

come sempre: buon lavoro.