Nel mese di Dicembre del 2023, le statistiche parlavano di un’ importante crescita dell’occupazione, sia in termini prospettici che in riferimento all’anno che stava per concludersi. Abbiamo visto come siano aumentati gli inizi di rapporti di lavoro rispetto al 2022 di circa 40mila contratti siglati in ogni settore lavorativo nazionale.

Secondo uno studio condotto dal giuslavorista Salvatore Vigorini però, si tratterebbe di nient’altro che fumo negli occhi: nonostante l’offerta di lavoro sia aumentata, con essa è cresciuta in contemporanea l’ inflazione, ma non il livello economico nazionale. Approfondiamo il suo ragionamento a seguire. 

 

 

I Dati secondo Vigorini

Stando ai dati alla mano, secondo Vigorini sarebbe impossibile coniugare una imponente crescita lavorativa come quella segnalata dall’Istat, senza che di riflesso aumentino potere d’acquisto individuale e potere economico nazionale. Il grande incremento di contratti siglati dovrebbe venire da situazioni in cui ci si è messi in regola durante lavori precedentemente svolti in nero, e da aggiornamenti di contratti preesistenti che “fanno numero ma non sostanza”.

In sostanza, quindi, la situazione di crisi economica resta invariata?

Si e no. Con dati che fanno ben sperare (quantomeno in un diritto al lavoro trasparente senza gli scompensi che finora hanno portato a “preferire il nero”) e con il radicale cambiamento introdotto dal progresso tecnologico immenso dell’ultimo anno, la situazione non deve farci adagiare ma nemmeno toglierci tutta la fiducia accumulata nel futuro; i problemi maggiori provengono da due fronti rappresentati da candidati e aziende, e si tratta sempre di situazioni che in Camelot cerchiamo di contrastare dal primo giorno:

 

  • dal lato candidati, vediamo come i contratti firmati derivino dal bisogno di un lavoro in regola e di un’ entrata registrata, non da un vero desiderio di svolgere quella mansione.
  •  dal lato aziende, invece, risulta drammatico trovare il candidato adatto in tempi celeri e senza secondi pensieri sulla sua idoneità al lavoro per cui è stato assunto.

Molti candidati sono costretti ad accettare situazioni lavorative che non sentono proprie, soffrendo a causa di un adattamento forzoso a condizioni lavorative ben differenti da quelle che cercano. Le aziende si trovano nella stessa situazione, cercando risorse tra candidati non propriamente formati per la mansione offerta, spesso affidandosi a selezioni online che richiedono tempi lunghissimi (si parla di 6-12 mesi per inserire una sola persona in organico ufficiale). Noi di Camelot abbiamo anzitempo concepito soluzioni per entrambe le situazioni e molto altro.

In Conclusione

Nonostante le rivelazioni degli esperti in materia, i dati statistici mantengono vivi due punti importantissimi che non meritano di passare inosservati: il primo è il registrato aumento sia della domanda che della disponibilità di formazione professionale costante (FPC), fatto che mette chiaramente in risalto la breve vita che avrà questa incertezza da parte dei candidati che, potendo beneficiare di conoscenze sempre più specifiche e sempre più accessibili, faticherà sempre meno a trovare la sua strada (e di conseguenza, a trovare il proprio percorso professionale); in ultima analisi, le aziende potranno orientarsi tra una platea di candidati sempre più decisi e preparati per il loro Dream Job. 

Inoltre teniamo a ricordare che in Camelot, ogni candidato potrà selezionare ed apprendere ad esprimere al meglio le proprie potenzialità con 0 spese e 0 perdite di tempo, e ogni azienda potrà trovare il candidato ideale senza lanciarsi a capofitto in una lunga e dispendiosa ricerca che potenzialmente si rivelerà infruttuosa. 

La Quest di Camelot sarà sempre quella di migliorare a tutto tondo la vita di chi non vuole affidarsi al caso quando si tratta del lavoro dei sogni o del candidato perfetto. 

Come sempre: buon lavoro .

Intervista completa a Salvatore Vigorini: link