[OKR: cosa sono e come ci aiutano]

Nell’articolo di ieri abbiamo fatto menzione degli OKR, Objective and key Results, associandoli concettualmente ad un metodo di lavoro che si concentra esclusivamente sul raggiungimento di un grande obiettivo autoimposto (Objective), suddiviso poi in più mini-obiettivi (Key Results) che devono essere tracciabili(all’impostazione di un Objective e dei suoi Key Results, dobbiamo sempre accompagnare una scadenza e definire gli obiettivi in modo tale che potremmo controllarne i progressi attraverso i risultati chiave. Nell’articolo di oggi, approfondiremo la storia dietro questo modello di business.

 

 

La storia degli OKR

I primi esempi di utilizzo professionale degli OKR risalgono alla metà degli anni Settanta, per la precisione al ’74. Quello fu l’anno in cui l’ora celebre venture capitalist e filantropo John Doerr(autore del primo libro sugli OKR che dirige la classifica Best-Sellers del New York Times) entrò a far parte di Intel, compagnia tech che al giorno d’oggi si può definire un vero e proprio colosso dell’industria. L’allora C.E.O. di Intel, Andrew ‘Andy’ Grove, vide una luce nella mentalità di Doerr, sentiva che quell’allora venditore del brand aveva una fortissima inclinazione al successo aziendale e non, sapeva che istruendolo sulle linee guida che aveva da sempre richiesto ai suoi dipendenti avrebbe potuto far spiccare un enorme salto di qualità non solo a John Doerr, ma al suo intero staff. Fu così che dopo diverse conversazioni di varia natura, Andy Grove e John Doerr iniziarono a parlare di OKR, di quanto fossero una chiave di Volta della mentalità aziendale e di quanto stessero man mano diventando la loro unica concezione di un lavoro che può essere svolto nella maniera più efficiente ed ottimizzata possibile.

Nel 1980, John Doerr vive la sua prima separazione professionale dalla visione di Grove, accettando una posizione nell’azienda di Venture Capital Kleiner-Perkins, definita da Grove “un’azienda di un settore che si avvicina più alle vendite immobiliari che al vero business“.

Dal suo trasferimento in Kleiner-Perkins, Doerr ha attivamente collaborato con aziende e CEOs del calibro di Google(Larry Paige), Intel, Amazon..

Ha inoltre indirettamente portato la sua filosofia in aziende della Siclicon Valley del calibro di Tesla, Twitter, Microsoft e molti altri giganti dei propri settori. Ha pronunciato discorsi per TedXTalk ed ha sedimentato le lezioni di Andy Grove in diverse pubblicazioni. Oggi è il venture-capitalist per eccellenza, con un valore totale di circa 12 miliardi di dollari.

In Conclusione

Gli OKR sono stati il tesoro segreto delle aziende che hanno avuto più successo negli ultimi decenni, hanno inoltre cambiato l’approccio alla quotidianità personale di molte figure di spessore affaristico come Jeff Bezos, Elon Musk, e gli stessi Grove e Doerr. Statisticamente, il 95% delle aziende che sviluppano il proprio modello di business sugli obiettivi e risultati chiave, si affermano nel mondo del mercato globale; non si parla necessariamente di grandi compagnie o di aziende uniche nel loro campo. Uno dei motivi per cui Netflix ha da sempre tenuto una significativa distanza dai suoi competitors potrebbe essere proprio questa, dato che l’azienda è tra i grandi promoters di questo approccio analitico.

Noi di Camelot studiamo e approfondiamo il concetto di OKR sia in maniera individuale che di team, consigliano un approfondimento a tutti: sicuramente ci saranno persone ed aziende che non apprezzano questa mentalità, ma ciò che conta è che tutti abbiano accesso e conoscano anche solo superficialmente questo rivoluzionario approccio al proprio lavoro e al lavoro di squadra, non solo in ambiti lavorativi.

Come sempre: buon lavoro .