Negli ultimi anni il problema dei trasporti pubblici sembra in caduta libera: poca disponibilità, poca precisione, e i servizi come il taxi diventano sempre più rari, sia da un punto di vista numerico, che unionistico. Sembra una situazione destinata (nelle migliori ipotesi) a rimanere ferma. Cosa crea queste situazioni di stallo? Come sempre, la burocrazia.

Il tassista, come la stragrande maggioranza dei lavoratori e dei lavori italiani, è strozzato dalla burocrazia: tassa di qua, tessera di là, certifica questo, conferma quello; basti pensare che al giorno d’oggi, solo la spesa media necessaria per ottenere la licenza del tassista è di oltre 130 mila€ , ma è solo il primo di una serie step gravosissimi. Patenti, tesserini ed iscrizioni da ottenere ed effettuare sono ai limiti dell’inverosimile.

 

 

Per poter svolgere la mansione da tassista, al giorno d’oggi i requisiti dello Stato Italiano sono:

  • Bisogna aver compiuto i 21 anni di età

  • Bisogna risiedere nella città in cui si presta servizio
  • Bisogna possedere patente B e KB/CAP
  • Bisogna avere la fedina penale pulita( o comunque lo storico legale privo di situazioni penali)
  • Bisogna aver assolto gli obblighi istruzionali
  • Bisogna possedere un veicolo intestato ed adibito
  • Non si possono svolgere altre professioni
  • Obbligatoria cittadinanza italiana o europea
  • Obbligatoria Partita Iva aperta a proprio nome
  • Obbligatorio documenti di iscrizione al Ruolo Conducenti

Inoltre, per ottenere la licenza da tassista (che differisce dal Ruolo conducente) bisogna necessariamente acquistarla da un precedente tassista che abbia svolto la professione per almeno 5 anni. Una quantità di restrizioni e limitazioni che non aiutano la professione né i professionisti, che scoraggiano i potenziali “nuovi arrivati” e che arricchiscono di livore i professionisti del settore già affermati. 

Diverse volte è stato tentato un cambiamento in diversi aspetti della mansione, ma gli ostacoli da superare risultano davvero ostici in questi casi.

Similmente all’esempio che abbiamo affrontato in precedenza con il debito per l’struzione avanzata negli U.S.A., si presenta il classico paradosso dell’ego: se io ho dovuto penare per ottenere qualcosa, è giusto che gli altri non debbano più farlo, oppure mi troverei a contrastare il miglioramento in nome della mia sofferenza e difficoltà passate? 

Ogni qualvolta il governo, la regione o un assessorato provinciale provano a trovare qualche soluzione alla crescente domanda di tassisti, magari proponendo la rimozione del pagamento esorbitante per la licenza, ecco che i tassisti “affermati” generano clamore e dissenso perché si vedono tolta la validità di un documento che è costato loro anni di sacrifici. E la situazione resta ferma, bloccata.

La soluzione è stata ricercata e proposta sotto diverse forme: un esempio è il decreto Asset (divenuto legge a partire dai primi mesi del 2023) che prevede una serie di incentivi alle imprese e ai liberi professionisti, spesso sotto forma di crediti d’imposta. Questa legge ha inoltre lo scopo di garantire ai sindaci il potere di aumentare il numero di licenze da tassista erogabili, cosa che renderebbe le stesse meno rare e, di conseguenza, meno dispendiose. Ma il popolo lavoratore lamenta il fatto che questo provvedimento sarebbe una migliorìa solo nel breve termine, in quanto i posti liberi extra generati da queste nuove licenze verrebbero riempiti quasi subito ( vista la grandissima richiesta di tassisti che abbiamo menzionato prima) e comunque non aiuterebbe chi già svolge la professione a sostenere l’esorbitante carico economico e burocratico che grava sulle loro spalle. 

Urge riforma, urge tutela ed urge un miglioramento. Oggi abbiamo portato l’esempio del tassista in quanto mansione a rischio, ma questa triste realtà aleggia in tantissimi settori del lavoro in Italia, che sembra più interessata ad appore firme e passare carte, piuttosto che partire dal concreto.

Ecco perché in Camelot abbiamo bisogno di più risorse umane possibili. Prendiamo tutti esempio dal Mahatma Gandhi citando una sua (non confermata) massima di vita : sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo . Siamo tutti fondamentali per portare nel mondo le soluzioni di cui abbiamo veramente bisogno. 

Come sempre: buon lavoro .